«I campionati europei di Glasgow, Loch Lomond e di Edimburgo hanno confermato che il lavoro paga senza scadenze e ad ogni età. Merito delle società, cui sono...
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«Hanno commosso e ripagato emozionalmente le famiglie che rendono possibile l'attività sportiva dei più giovani con sacrifici economici e personali -aggiunge il presidente della Fin-. Hanno alimentato il desiderio di emulazione e confronto che spinge un movimento in continua attività, come dimostrano gli oltre duemila giovani nuotatori che stanno disputando i campionati di categoria di nuoto a Roma con l'aspirazione di diventare come i loro idoli, allenati da tecnici che desiderano crescere insieme a loro e portarli su palcoscenici internazionali». «Hanno valorizzato -prosegue Barelli- un sistema di formazione e aggiornamento che assicura ciclicità e produce campioni dell'acqua e nella vita: sostenuto da investimenti tecnici ed economici nei centri federali, dalla diffusione capillare delle scuole nuoto federali, dalla profusione di corsi didattico-gestionali, dalla promozione della cultura per la salvaguardia della vita umana, attraverso la percezione del pericolo e l'insegnamento degli strumenti per prevenirlo e affrontarlo».
«Hanno portato nella casa degli italiani i volti sorridenti e felici di giovani campioni, dai 15 ai 30 anni, che rappresentano solo l'apice di una piramide che si fonda su 5.000.000 di praticanti e 1.500 società sportive che sono i veri artefici delle medaglie europee. Se vogliamo tutelare questi successi, se vogliamo continuare a vedere i nostri ragazzi salire sui podi internazionali, fasciati dal tricolore mentre cantano l'inno di Mameli; se vogliamo che proseguano ad essere veicoli di sani principi e valori per le generazioni future, esempio positivo per i più giovani, lo Stato deve pianificare un serio progetto di rifondazione sportiva, che metta al centro le infrastrutture e le società sportive che compiono sforzi enormi. Nel nostro piccolo cerchiamo di farlo e, con fiducia reciproca, solidarietà e comunione di intenti tra federazione, società e famiglie, stiamo dimostrando che la strada percorsa è quella giusta», conclude il numero uno del nuoto italiano. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero