«L'obiettivo di far parlare gli arbitri rimane, ma abbiamo fatto un grande passo indietro». Marcello Nicchi richiude subito la porte al dialogo stampa-arbitri, il...
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Ospite di 'Radio anch'io Sport' su Rai Radio1, Nicchi punta l'indice su «quelli che non vogliono bene al calcio, chi non ha parlato in questo periodo di partite belle da vedere non vuole bene al calcio. È chi non conosce il regolamento, chi estrapola una frase per fare un titolo, sono questi quelli che non fanno il bene del mondo sportivo e scolastico. Poi ci sono tante persone che se ne intendono e lavorano per il bene del calcio. Abbiamo parlato troppo e a sproposito di un calcio di rigore o di una rimessa laterale e non della bellezza del calcio e del danno che si fa ai settori giovanili».
Il numero uno degli arbitri traccia poi un bilancio positivo dell'ultimo turno di campionato. «Speriamo ne arrivino tante di queste giornate, siamo contenti ma non siamo neppure allarmati quando ingiustamente vengono attaccati gli arbitri. Il mio ruolo è infondere certezze e tranquillità ed è quello che stiamo facendo, gli arbitri lavorano perché si evitino errori ma anche polemiche inutili». E sulle polemiche legate all'operato degli arbitri aggiunge: «Noi abbiamo fatto in generale degli errori, ma li fanno anche calciatori e allenatori, succede a chi opera. Abbiamo dato la sensazione che il calcio al suo interno non sia compatto come dovrebbe. Si vedono ancora cose che non si dovrebbero vedere come le proteste; ieri si è protestato meno e gli arbitri hanno lavorato meglio. Nel giro di 2-3 anni cambierà il 50% degli arbitri di vertice, abbiamo l'obbligo di prenderci il rischio per l'inserimento di qualche giovane».
E sull'ipotesi di vedere gli arbitri parlare con la stampa al termine delle partite ribadisce: «In questo momento, visto su cosa si basano le discussioni, il nostro parlare sarebbe uno strascico alle polemiche.
Il Messaggero