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Vincenzo Nibali ci sarà. Non al top della forma, ma il peggio è ormai alle spalle. Lo Squalo dello Stretto ha confermato ieri che sarà al via dell’edizione numero 104 del Giro d’Italia che prenderà il via sabato da Torino, con una cronometro che si snoderà tra le vie del capoluogo piemontese, con l’obiettivo di onorare la corsa che lo ha visto trionfare nel 2013 e nel 2016. Cadere non è mai una cosa bella, figuriamoci se succede a 24 giorni dal via della Corsa Rosa. Lo scorso 14 aprile Nibali si stava allenando in Svizzera, sulle strade di casa, con l’obiettivo di rifinire la preparazione per il Tour of the Alps e la Liegi-Bastogne-Liegi, ultimi due appuntamenti che avrebbero preceduto il Giro. A complicare tutto ci si è messa però la caduta, che è costata al siciliano la frattura del radio della mano destra. L’operazione lampo (osteosintesi) è stata seguita da una riabilitazione molto veloce, coordinata dal lavoro di Fabrizio Borra, fisioterapista che in passato ha lavorato anche con Marco Pantani.
OTTIMISMO
Sono stati giorni difficili, durante i quali Nibali ha mostrato sui social parte del lavoro svolto: l’ottimismo è tornato definitivamente la settimana scorsa, quando Vincenzo si è allenato in altura, a Livigno, grazie a un tutore che gli è stato costruito in tempi da record. «Ho una nuova mano bionica», ha scherzato il capitano della Trek-Segafredo mostrando il tutore: grazie a questo presidio che gli permette di impugnare al meglio il manubrio, il corridore si è potuto allenare su strada fin da subito, senza dover passare per lunghe sessioni sui rulli. La squadra, sui social network, ha ufficializzato la presenza di Nibali al Giro richiamando il film “Lo Squalo”. Esserci è una grande soddisfazione, ma la condizione fisica sarà un incognita. «È stata una corsa contro il tempo e sono molto felice di averla vinta. Dal giorno della caduta, il 14 aprile, non ho fatto altro che pensare a recuperare per essere al Giro. Non mi sento nella condizione migliore, non mi sento nel modo in cui speravo di essere se non fossi caduto. Dovrò anche avere molta cautela nel pedalare in gruppo. Ma ora, finalmente, posso solo pensare alla gara».
SUL PODIO
Lo scorso anno Vincenzo ha chiuso la Corsa Rosa in settima posizione in classifica generale, lui che, dal 2010 al 2019, è sempre salito sul podio finale del Giro in tutte le sue partecipazioni. «Devo vivere la corsa giorno per giorno.
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Il Messaggero