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Nemmeno fosse un centro commerciale all’orario di chiusura, la Serie A, puntualissima, nelle settimane dedicate alle nazionali letteralmente si svuota. E, in fondo, la vicenda restituisce un’immagine, sia pure non precisa, del valore del nostro campionato sul piatto della bilancia mondiale. Eppure le partenze dei giocatori, specie nella fase storica che viviamo, e cioè il tempo bruciato dalla pandemia, provocano tonnellate di pensieri ai club, perché alle preoccupazioni per il contagio si sommano le beghe burocratiche, e le attese legate alle quarantene, e le seccature dovute agli infortuni. Insomma. Le partite delle nazionali garbano sempre meno agli allenatori e, d’altronde, non è certo una casualità piovuta dal nulla il proposito della Fifa di racchiudere le gare delle selezioni in due o, addirittura, in un’unica finestra dell’anno. Così, nei prossimi dieci/dodici giorni, tutto il pianeta delle nazionali ruoterà intorno a sfide ufficiali, amichevoli e qualificazioni mondiali. E la Serie A? La Serie A, si diceva, rilascerà un mare di campioni: 96 elementi tesserati soltanto per le prime otto della classifica.
L’ATLANTE
Un esempio? Subito un esempio.
Dalla Juventus poi decolleranno l’assurdità di 15 giocatori: al di là degli italiani, Allegri sarà in pensiero, in particolare, per i brasiliani Alex Sandro e Danilo, per l’uruguayano Bentancur e per il colombiano Cuadrado. E bisogna sapere che traversare l’Atlantico per raggiungere il Sud America significa percorrere quanto meno 18 mila chilometri tra l’andata e il ritorno. Senza dimenticare McKennie, che prenderà parte alla spedizione degli Stati Uniti attesa in Texas, a Panama City e in Ohio. Anche qui: 25 mila chilometri. E il 17 allo Stadium arriverà la Roma. Ecco. Al proposito, i giallorossi e la Lazio non dovranno misurarsi con perdite terrificanti sul piano della distanza, ma senz’altro non potranno disporre di 20 giocatori nel complesso: 12 la Roma, 8 la Lazio. Giusto l’uruguayano Viña, l’uzbeko Shomurodov, il guineano Diawara e l’ivoriano Akpa Akpro potranno suscitare qualche preoccupazione in Mourinho e Sarri. Quanto al Napoli, l’occhio e il cuore saranno in Senegal, dove atterrerà Koulibaly; in Nigeria, il paese di Osimhen; e in Camerun, la destinazione di Anguissa. Va ricordato che alla fine di agosto i club di Premier League, Serie A e Liga avrebbero voluto bloccare le convocazioni verso i paesi piagati dal Covid. La Fifa si era opposta, ma le riflessioni e dubbi inchiodati a viaggi ormai più simili a esplorazioni ottocentesche che a gite premio restano a galla sull’oceano.
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Il Messaggero