Il ct lancia Valdifiori, il provinciale che sogna di essere Pirlo

Il ct lancia Valdifiori, il provinciale che sogna di essere Pirlo
dal nostro inviato TORINO Da Marco a Mirko, dal baby rampante (classe '92) ormai milionario (oltre tre milioni l'anno di stipendio al Psg) e poco convincente allo...

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dal nostro inviato TORINO Da Marco a Mirko, dal baby rampante (classe '92) ormai milionario (oltre tre milioni l'anno di stipendio al Psg) e poco convincente allo smaliziato calciatore (classe '86) che guadagna dieci volte meno (300 mila euro elargiti dall'Empoli) e che sta vivendo solo ora la favola del primo anno in A, con le gambe gonfiate dai terreni di provincia. Marco Verratti, che di esperienza ne ha acquisita comunque tanta pur senza aver mai conosciuto la serie A, ma "solo" la Ligue 1 e la Champions, stasera si siederà panchina, Mirko Valdifiori invece vivrà la sua notte dei sogni. Tocca a lui - almeno qui allo Stadium - prendere in mano quel benedetto (o maledetto) testimone che si chiama "eredità di Pirlo".




MARCO IN PANCHINA

Verratti non convince del tutto Conte, ma forse questo accantonamento non dovrà essere visto come una bocciatura definitiva, anche se il suo percorso in azzurro per ora è in linea con quello di alcuni fenomeni del passato, Mancini, Beccalossi, Giordano, Pruzzo, che con la maglia dell'Italia hanno sempre bisticciato: bene nei club, e Verratti sta facendo meraviglie con il Psg, e così così in Nazionale. Di Verratti si dice un gran bene da sempre. Ne parlano tutti, anche chi - come Ibrahimovic - in genere proferisce parole dolci solo su se stesso. «Marco è un giocatore di classe mondiale», il verbo di Ibra. Di Valdifiori parla bene a gran voce tale Sarri, suo allenatore all'Empoli e Conte stesso che addirittura lo voleva portare nel suo Siena un po' di anni fa. Mirko è il classico calciatore per intenditori: se non gioca bene, siamo noi che non lo capiamo; Verratti è uno che ruba l'occhio per la sua tecnica e talento e se non fa quello che deve è sempre colpa sua.



A CASA DI ANDREA


Fare il Pirlo nella casa di Andrea è un compito arduo per tutti. Forse Conte, qui allo Stadium, ha bisogno dell'incoscienza di un esordiente, che le partite europee le ha viste solo in televisione o da una tribuna. E' chiaro, il futuro è nelle mani di Verratti e solo lui potrà essere padrone del suo destino, imparando pian piano a snaturarsi e apprendere i consigli di Conte. Il centrale di centrocampo deve essere rapido nel gioco corto e nel gioco lungo, Valdifiori ha queste caratteristiche. Verratti preferisce fare altro e fatica. La decisione di Conte, dentro Mirko e fuori Marco, sorprende, perché negli ultimi allenamenti, tra i titolari, è sempre stato provato Verratti. Ma stavolta il talento lascia spazio alla semplicità, il piccolo e ricco fenomeno perde il confronto contro la classe operaia. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero