L'Italia di Mancini gioca bene, vince e diverte. E riconquista i tifosi

Roberto Mancini
Il risultato e il gioco: la svolta di Roberto Mancini, in meno di un anno e mezzo, è di forte impatto. Sull’opinione pubblica e anche sul nostro calcio. La Nazionale,...

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Il risultato e il gioco: la svolta di Roberto Mancini, in meno di un anno e mezzo, è di forte impatto. Sull’opinione pubblica e anche sul nostro calcio. La Nazionale, detto semplicemente, piace. La gente, senza cancellare la rabbia per il flop mondiale di Gian Piero Ventura, si è riavvicinata agli azzurri su assist del nuovo ct. L’Italia che attacca, crea e soprattutto vince. Spavalda nello stile e autoritaria nella gestione. Esempio anche per la serie A appena partita: gli allenatori osano di più copiando quanto fatto ultimamente a Coverciano. «E’ vero, adesso ci divertiamo in campo», l’ammissione di capitan Bonucci. Come il pubblico in televisione (domenica 6 milioni 759mila spettatori) o in tribuna.

STRISCIA ESALTANTE

L’Italia, sfruttando il comodo percorso nel gruppo J in cui non ha trovato big del nostro continente, viaggia veloce verso Euro 2020. Il traguardo è all’Olimpico: il 12 ottobre possibile festa per la promozione con 3 turni d’anticipo. Basta battere la Grecia penultima. Fin qui Mancini ha fatto l’enplein: 6 vittorie su 6 partite (mai successo nella storia azzurra all’inizio delle qualificazioni), 18 gol fatti e 3 subiti, 6 punti di vantaggio sulla Finlandia seconda e battuta in entrambi gli scontri diretti. L’impronta del ct sulla restaurazione è evidente. Sceglie la qualità, anche all’estero. Già 61 i convocati, con 47 giocatori utilizzati e 18 debuttanti. Nessun blocco, nemmeno quello della Juve, nonostante gli 8 scudetti di fila vinti dai bianconeri. Bonucci e Bernardeschi a Yerevan e solo il capitano a Tampere dove i club più rappresentati sono stati il Chelsea con Emerson e Jorginho, l’Inter con Barella e Sensi e la Lazio con Acerbi e Immobile. Coppie, dunque, come quella del Milan contro l’Armenia con Donnarumma e Romagnoli. I giovani sono nel gruppo, pure chi è finito in castigo nell’Under 21 di Paolo Nicolato, come Zaniolo (chiamato l’anno scorso prima di debuttare con la Roma) e Kean. Ma anche con il successore di Di Biagio lo spartito è lo stesso. Domenica, contro la Finlandia, 5 giocatori di movimento diversi da quelli utilizzati nel match precedente. Interpreti con poca esperienza in azzurro, ma subito protagonisti. Almeno 17 sono i giocatori sicuri di far parte della rosa dei 23: Donnarumma, Sirigu, Florenzi, Emerson, De Sciglio, Izzo, Bonucci, Chiellini, Barella, Jorginho, Verratti, Sensi, Lorenzo Pellegrini, Chiesa, Insigne, Bernardeschi e Belotti. Da decidere il terzo portiere: l’infortunio di Cragno dà chance a Gollini e Meret. In difesa Acerbi sfida Romagnoli, a centrocampo due poti in palio per Tonali, Cristante e Zaniolo che ha il vantaggio, come Pellegrini, di poter salire pure nel tridente. In attacco le ultime due maglie: immobile è in vantaggio, corrono anche Lasagna ed El Shaarawy. Suggestioni: il terzino Di Lorenzo e il centravanti Pinamonti. Tentazione: l’attaccante Esposito (classe 2002). Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero