Nations League, la Germania naufraga contro l'Olanda (0-3)

Nations League, la Germania naufraga contro l'Olanda (0-3)
Se l'Italia non vive momenti di gloria, non sta molto meglio la Germania. Ne è una prova la brutta figura della corazzata di Loew all'Amsterdam Arena, distrutta da...

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Se l'Italia non vive momenti di gloria, non sta molto meglio la Germania. Ne è una prova la brutta figura della corazzata di Loew all'Amsterdam Arena, distrutta da una bellissima Olanda che in un match della della terza giornata della Nations League (Lega A-Gruppo 1) travolge 3-0 i tedeschi che ora rischiano la retrocessione in 'B'. A decidere l'incontro i gol di Van Dijk, Depay e Wijnaldum che disegnano un netto successo che ha il sapore di una vera e propria rinascita per gli Orange. Nella Germania c'è Emre Can tra i titolari, in avanti Uth e Werner. L'Olanda punta su Depay, mentre tra i pali c'è Cillessen, il secondo portiere del Barcellona.


La nazionale tedesca parte meglio, effettua un paio di conclusioni nei primi venti minuti senza impensierire più di tanto la difesa dei padroni di casa. Alla mezz'ora a passare in vantaggio è invece l'Olanda: Neuer azzarda l'uscita su un calcio d'angolo, lo fa malissimo e per Van Dijk è un gioco da ragazzi colpire, 1-0. Nel secondo tempo in avvio si gioca quasi esclusivamente nella metà campo dell'Olanda che però è pericolosissima in contropiede. Quando escono Emre Can e Mueller, entrambi molto al di sotto dell'insufficienza, e entrano Sané e Draxler la Germania ha molta più tecnica e più freschezza. Il gioco è rapido, proprio Sané ha un'occasione d'oro, il suo tiro esce di un soffio. Quando i tedeschi sembrano sul punto di poter pareggiare arriva in contropiede il raddoppio di Memphis Depay, che nel recupero colpisce pure una traversa. Da qui in poi la squadra guidata da Loew sparisce dal campo e nei minuti di recupero subisce un altro gol firmato da Wijnaldum. È il definitivo 3-0, l'Olanda può festeggiare il suo ritorno alla ribalta europea, mentre per la Germania oltre allo spettro della retrocessione resta la certezza che per tornare ai livelli del Mondiale 2014 in Brasile ci sarà molto da lavorare. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero