Il raffronto è impietoso. Un anno fa, dopo 24 giornate di campionato, il Napoli era in testa alla classifica (ebbene sì), con 11 punti più di oggi, aveva...
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IL CAMBIO
Il calcio, si sa, non è una formula chimica. Il rendimento è il prodotto di un mix di fattori che si combinano in modi non sempre prevedibili. Lo stesso Sarri, indiscusso maestro a Napoli, è finito dietro la lavagna a Londra, pur avendo una squadra persino più forte negli uomini: i sei schiaffoni presi ieri dal Chelsea a Manchester ne mettono fortemente a rischio il futuro di allenatore top. Ancelotti invece ha un passato, un presente e un futuro. Il suo calcio universale ha permesso a un Napoli tutt'altro che rinforzato dal mercato di restare la prima squadra italiana alle spalle di una Juventus hors categorie e di sfiorare una qualificazione in Champions che avrebbe avuto del miracoloso. I principali pregi dell'Ancelotti napoletano sono stati l'aver saputo normalizzare il gioco, pur senza cancellarne l'ispirazione offensiva, la valorizzazione di giocatori trascurati dal suo predecessore (Maksimovic e Zielinski su tutti), l'impiego di giovani promettenti da far maturare (Meret, Fabian Ruiz e Malcuit) e la serenità che trasmette all'ambiente. Poi naturalmente ci sono anche dei difetti. Il principale sembra essere una certa timidezza in trasferta, dove la squadra ha già subito tre sconfitte e dove nelle ultime tre uscite (Inter, Milan e Fiorentina) non è riuscita a segnare neppure un gol.
I PROBLEMI
Non giocando con l'intensità e i ritmi voluti da Sarri, il Napoli risente ancora maggiormente dell'assenza di Jorginho, o comunque di un giocatore capace di dettare i tempi di gioco. Ancelotti aveva provato ad affidarne i compiti a Hamsik, che ha altre caratteristiche ma l'esperienza adatta a provarci. Ora che non ci sarà più il capitano, la situazione non migliorerà: Fabian Ruiz ha tecnica e gamba, una grande mezzala in fieri, non un regista.
A gennaio, Ancelotti ha dovuto digerire anche l'addio di Rog. Nello stesso tempo deve fare i conti con l'usura di alcuni protagonisti dei tempi di Benitez e Sarri: Albiol, Callejon e Mertens su tutti, oltre all'ultimo Hamsik. De Laurentiis ha perso l'occasione di rinforzare la squadra, preferendo godersi l'attivo di bilancio monstre di 66 milioni della stagione 2016-17. Ancelotti è la sua polizza sul presente e sul futuro del Napoli. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero