Sarri lancia un messaggio forte al campionato, ma Inzaghi merita applausi

Insigne festeggia tra Callejon e Mertens
La vittoria del Napoli è un forte segnale rivolto al campionato. La squadra di Sarri non è più solo la squadra capace di giocare a memoria un ottimo calcio:...

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La vittoria del Napoli è un forte segnale rivolto al campionato. La squadra di Sarri non è più solo la squadra capace di giocare a memoria un ottimo calcio: ora ha maturità e consapevolezza giuste per non cadere negli errori del passato. E quando gli avversari, come la Lazio ieri sera, ne imbrigliano manovre e idee, ha la saggezza di aspettare il momento giusto e colpire con i calciatori di maggiore qualità. Primo fra tutti l’imprendibile e imprevedibile Mertens. La Lazio è uscita battuta, ma le qualità e la consistenza della formazione biancoceleste, non sono affatto ridimensionate. Affrontare e mettere in difficoltà, come nel primo tempo, il Napoli, è stato segno di qualità e carattere. Perdere prima Bastos, poi de Vrij e infine anche Basta, sarebbe stato troppo per chiunque. Se Sarri merita tutti gli elogi per avere plasmato un Napoli da scudetto, Simone Inzaghi può e deve essere considerato tra i migliori tecnici in assoluto del nostro torneo. Risultati e prestazioni della squadra lo certificano. Ha costruito un gruppo unito, con una precisa identità, disposto al sacrificio, capace di mutare e interpretare i vari moduli scelti dal tecnico. In questi mesi Simone Inzaghi ha rigenerato Felipe Anderson, lanciato Keita, inventato Luis Alberto e consacrato Immobile. Per i miracoli non è ancora attrezzato. Non ha la bacchetta magica neanche Di Francesco che, gara dopo gara, vede però prendere forma la sua squadra, pur cambiando gli interpreti. Al di là degli avversari assai modesti affrontati, cresce la consapevolezza e l’interpretazione del calcio voluto dall’allenatore. Segnali importanti in vista di una stagione che nasce solo ora. In un calcio che ha sempre troppa fretta di emettere sentenze, Inzaghi e Di Francesco meritano sostegno e fiducia per il loro lavoro. Sono giovani e con meno blasone di altri allenatori che godono di fin troppo credito. Almeno nella loro città meriterebbero maggiore considerazione .
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Il Messaggero