Napoli, la squadra c'è. El Pipita si può dimenticare

Sarri
Scurdammoce 'o ppassato. L'importante è che se ne siano subito fatti una ragione. E' per questo che Higuain non c'è più, ma il Napoli...

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Scurdammoce 'o ppassato. L'importante è che se ne siano subito fatti una ragione. E' per questo che Higuain non c'è più, ma il Napoli c'è ancora. Un nuovo Napoli: non del tutto definito, ma in evidente via di sviluppo. Un Napoli con 36 gol in meno nel suo bagaglio di partenza, ma con uno spirito più leggero, una voglia rinfrescata di imparare, di evolversi, di innovare, in una parola di migliorare. Certo, non sarà facile. Higuain, oltre che un incubo per gli avversari, era un'assicurazione contro il cattivo gioco: bastava lui a sbrogliare molte matasse persino nelle giornate negative. Era nello stesso tempo un valore aggiunto eccezionale e un alibi.


 

Che sia andato proprio alla Juventus fa male all'equilibrio del campionato, ma non ai suoi ex compagni, ancora più motivati oggi nel voler dimostrare di potercela fare anche senza di lui, anzi contro di lui. Il Napoli che l'anno scorso ha persino pensato di poter vincere il campionato era una sorta di Moloch, dieci uomini, praticamente sempre gli stessi, compatti intorno al loro dio, impegnati quasi esclusivamente a rifornirlo di palloni da trasformare in gol. In queste settimane sta nascendo invece una squadra diversa, della quale ancora non si conoscono esattamente né limiti né potenzialità. Ma già si può dire che il progetto intriga. E molto. L'impressione è che alla fine il mancato arrivo di Icardi, o di un suo surrogato, possa trasformarsi in un'ulteriore spinta alla scoperta del futuro.

I GIOVANI
Invece di un unico centravanti, che comunque non sarebbe potuto essere un altro Higuain, sono arrivati giocatori interessanti, quasi tutti giovani, in grado subito di dare una scossa a ogni reparto e nel tempo, chissà, di diventare il nuovo scheletro di una formazione competitiva ai massimi livelli. De Laurentiis stavolta ha davvero guardato avanti. Per certi versi, il lavoro di Sarri sarà più difficile. Dimostratosi bravissimo a valorizzare il suo fuoriclasse, ora dovrà poco a poco costruire un Napoli polivalente, capace di cambiare anche i principi di gioco (modulo compreso, in certe situazioni), oltre che i titolari da mandare di volta in volta in campo.


Ne abbiamo avuto già le prime avvisaglie: gli esterni d'attacco più vicini alla porta e quindi maggiormente in grado di andare a segno, le mezze ali più pronte a inserirsi in area, una rotazione che non dovrà privilegiare il campionato rispetto all'Europa. Domani in Champions a Kiev avremo un primo riscontro, gli indizi forniti dal riposo concesso a Hysaj e Mertens a Palermo già ci dicono qualcosa. Le alternative sono davvero tante, molte di pari livello. Alcuni giocatori, Rog prima di tutti, forse valgono più di quanto non sospettiamo, persino Sarri probabilmente non ha ancora capito bene di che pasta sono fatti. Ha tempo per farlo. Senza troppe pressioni sulle spalle. Ecco perché potrebbe essere un po' più sereno. In campo e nelle interviste. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero