Napoli, anatomia di una crisi

Napoli, anatomia di una crisi
ROMA Cercasi gol disperatamente. Il Napoli esce dalla lezione di calcio del professor Spalletti più stordito che ridimensionato. Forte il rischio che ci si concentri sul...

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ROMA Cercasi gol disperatamente. Il Napoli esce dalla lezione di calcio del professor Spalletti più stordito che ridimensionato. Forte il rischio che ci si concentri sul dito, invece che sulla luna. Certo, il ko di Milik è un colpo duro da assorbire. Ma sarebbe sbagliato ora pensare che il problema si chiami Gabbiadini. Per capirlo meglio basta esaminare tutte e otto le partite di campionato fin qui disputate, non soltanto l'ultima. Si scopre così che non c'è un Napoli A.M. (prima dell'infortunio a Milik) e un Napoli D.M. (dopo l'infortunio a Milik), ma c'è un Napoli che nelle prime quattro giornate è stato capace di segnare 12 gol (contro Pescara, Milan, Palermo e Bologna), alla media di 3 reti a partita, e un Napoli che nelle successive quattro ne ha segnati 3 (contro Genoa, Chievo, Atalanta e Roma), 0,75 a partita. Qualcosa si è inceppato. Non solo sabato. Anche prima. Il gioco non scorre più tanto fluido. Gli aggiustamenti studiati per ovviare alla perdita di Higuain non sono sufficienti. Persino nell'eclatante vittoria di Champions sul Benfica non era tutto oro quello che luccicava: il black out degli avversari in apertura di ripresa (tre gol subiti in sette minuti) ha cancellato le sofferenze iniziali degli azzurri, più preoccupanti dello sbandamento finale. E se l'attacco balbetta, la difesa comincia a vacillare: 9 reti subite finora, più di una a partita (l'anno scorso i gol presi furono 32 in 38 incontri). Due sconfitte consecutive in campionato il Napoli di Sarri non le aveva mai subite. Che fare quindi?

QUESTIONE DI DUTTILITÀ

Forse ci vorrebbe, per cominciare, un po' più di duttilità da parte dell'allenatore: un maestro nel preparare le partite, ma che fatica a correggerle se qualcosa non va secondo le sue previsioni. Sabato non è riuscito a trovare le contromisure necessarie a fronteggiare lo schieramento proposto a sorpresa da Spalletti, altre volte non era riuscito a rimettere in piedi partite iniziate con qualche contrattempo (Bologna e Udine l'anno scorso, Bergamo quest'anno). Si sta rivelando un errore non avere pensato a un vero sostituto di Milik (ottimo acquisto, partito benissimo, comunque una mezza scommessa). Gabbiadini è un buon giocatore, non certo un vero centravanti. Ma il mercato del Napoli, negli altri ruoli, è stato eccellente: sarebbe ora di vedere all'opera i vari Diawara e Rog, per non parlare di Giaccherini, eroe agli Europei, che sabato si è visto preferire El Kaddouri, uno che la società aveva cercato di vendere in tutti i modi. Anche perché molti giocatori sembrano fuori condizione, pure chi, come Jorginho, non ha avuto impegni in nazionale. La Champions logora. Ecco, sarebbe fondamentale chiudere la pratica già mercoledì con il Besiktas. Ci sarebbe così poi il tempo di riordinare le idee e sperimentare qualcosa di nuovo. Cercasi gol disperatamente.
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Il Messaggero