Ieri è scattata la Parigi-Nizza, con il successo dell'australiano Matthwes, mercoledì partirà la Tirreno-Adriatico. La nuova stagione sta entrando nel...
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LA TIRRENO
Da Camaiore, con una cronosquadre di 22 chilometri, partirà la cinquantunesima edizione, particolarmente brillante, della Corsa dei due Mari. «Il campo dei partecipanti annuncia spettacolo puro con Nibali, Valverde, Rodriguez, Sagan, Kwiatkowski, Uran, Chaves, Van Garderen, Cancellara, Van Avermaet, Cavendish, Viviani, Nizzolo. Praticamente quasi tutto il meglio del ciclismo mondiale». Nibali, vincitore nel 2012 e 2013, cercherà il terzo successo in questa manifestazione e magari potrà prepararsi al massimo per la Classicissima che resta il sogno della carriera. «La Tirreno è sempre stata una gara dura e qualitativa, con il solito tappone di montagna e la giornata di chiusura a cronometro individuale di martedì prossimo a San Benedetto del Tronto. Ci sarà terreno di battaglia per tutti i più forti e vincerà un corridore completo. Un trampolino di lancio verso Sanremo».
GIRO E TOUR
Moser focalizza le aspettative della corsa rosa e di quella gialla. «A primavera mi attendo risultati interessanti dagli italiani anche nelle Classiche del Nord, però le cose migliori arriveranno da Giro e Tour. «Quest'anno gli organizzatori hanno disegnato un Giro d'Italia meno duro ma comunque selettivo dove Nibali sarà il protagonista assoluto. E' forte e avrà una grande squadra per provare a conquistarlo una seconda volta». Ma la scommessa più intrigante sembra essere quella di Aru al Tour. «Il sardo è un combattente, un attaccante che sta imparando anche a gestire le corse. Sono curioso di vederlo sulle strade di Francia, dove si troverà davanti i corridori più forti in assoluto. Tutti vogliono andare in Francia perché è la corsa più importante, seguita e affascinante. Aru è giovane e bravo, potrà fare molto bene ma non dovranno caricarlo di eccessive responsabilità. A Nibali il Tour servirà in preparazione delle Olimpiadi».
LE NOTE STONATE
Moser parla delle cose che non vanno nel ciclismo italiano. «Mancano le squadre di spessore, quelle che possono partecipare a tutte le più importanti competizioni. Una volta i migliori corridori stranieri correvano con le formazioni italiane, oggi i nostri più bravi vanno all'estero. Inoltre, ci vorrebbe almeno un altro velodromo, non basta solo quello di Montichiari. Si parla di un impianto a Treviso ma ancora non è definito, la pista è molto importante anche per gli stradisti e l'Italia vanta una grande tradizione che andrebbe rinnovata». Infine un giudizio sul nipote Moreno. «All'esordio ha ottenuto grandi risultati tra i professionisti, poi si è perso. Ci aspettavamo una crescita, invece è andato indietro. Questo sarà l'anno delle verità: o lancia segnali importanti, altrimenti meglio che smetta...». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero