Ha arbitrato Maradona e Zico, Falcao e Platini, ha diretto una finale di Coppa dei Campioni e fischiato in due Mondiali (Messico '86 e Italia '90): con Luigi Agnolin,...
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L'arbitraggio prima della Var, strumento moderno al quale ha continuato ad essere contrario fino all'ultimo. Tra i migliori arbitri italiani di sempre, di grande personalità e carisma in campo, il veneto Agnolin (nato a Bassano del Grappa) è sempre stato considerato un arbitro duro, rigido, irremovibile, protagonista di scontri, anche accesi, con giocatori e società, prima di diventare egli stesso dirigente di club (Roma, Venezia, Verona, Perugia). Rimase celebre il litigio in campo con Roberto Bettega, in un derby della Mole passato alla storia per il suo «Vi faccio un c... così!» (e che gli costò una sospensione di 4 mesi) più che per il risultato. Sfidare la Vecchia Signora nel 1980, gli anni della Torino capitale del regno Agnelli, era il simbolo di una filosofia di vita spiazzante.
Arbitro della vecchia scuola, Agnolin era solito passare per gli spogliatoi prima delle partite per fare l'appello dei giocatori, dai quali voleva uno scolastico «presente». I retroscena raccontano invece di un Falcao che, quella volta a San Siro, per tre volte rispose con un alternativo e laconico 'sì che forse mal fu interpretato dal fischietto di Bassano del Grappa che sempre quel giorno sventolò il 'rossò sotto il naso del 'Divinò dopo mezzora di gioco per il 'carrinhò, l'entrata a due piedi, che colpì prima la palla, poi Altobelli e mandò su tutte le furie Dino Viola. Episodi diventati letteratura e storia del calcio ma che certo non incidono sullo spessore arbitrale di Agnolin che sia quando arbitrava, ma anche dopo, si è sempre dichiarato contrario all'introduzione degli ausili tecnologici in campo.
In serie A diresse in totale 226 partite e rappresentò l'Italia al Mondiale 1986 in Messico e a quello organizzati in casa quattro anni dopo.
Il Messaggero