Lazio, Morrison scappa dopo una lite con Radu

Lazio, Morrison scappa dopo una lite con Radu
La vittoria in Europa League ha riportato qualche sorriso dalle parti di Formello. Pioli ha ordinato un rompete le righe ma nel quartier generale biancoceleste non sono certo...

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La vittoria in Europa League ha riportato qualche sorriso dalle parti di Formello. Pioli ha ordinato un rompete le righe ma nel quartier generale biancoceleste non sono certo tutte rose e fiori. La situazione in campionato resta grigia e la trasferta di domenica ad Empoli non è una delle più semplici da affrontare. «Siamo un gruppo unito», si sono affrettati a ripetere in coro i senatori biancocelesti. Qualcosa in più si è visto nella gelida serata di coppa, forse grazie anche al fatto che qualche problema è stato forse risolto. Non è passata certo inosservata la fuga di Morrison di giovedì mattina. L'inglese ha preso un aereo destinazione Londra senza alcun permesso della società. Chiara a questo punto la rottura definitiva con il club. E anche con quasi tutti i componenti dello spogliatoio biancoceleste.


MOTIVI
La causa che ha portato alla ”fuga” va ricercato nell'allenamento di mercoledì, vigilia della partita di coppa. Morrison è sceso in campo con la consueta flemma che lo ha contraddistinto in tutta l'avventura laziale. Perché ha la testa altrove e si vede. La cosa non è andata affatto giù ai senatori che nel silenzio dello spogliatoio glielo hanno fatto notare. Radu, che si sente capitano in pectore essendo tra i più anziani, glielo ha detto a brutto muso e i due sono venuti quasi alle mani. A fare da paciere Candreva che li ha divisi ristabilendo la quiete prima che la situazione degenerasse. Positivo che sia stato proprio Antonio a ristabilire gli equilibri, lui che nei giorni scorsi era stato più di tutti sul banco degli imputati. Ha meditato e ora rema per il gruppo. Ravel, invece, ha capito che la sua avventura è ormai giunta al capolinea e così e volato via. Ultimo colpo di testa di una carriera con più out che in.

FALLIMENTO

Morrison era arrivato in estate a Roma, una scommessa del ds Tare che aveva creduto fortemente nella voglia di riscatto del funambolo classe '93. Tanto da fargli firmare un quadriennale a 700mila euro (più bonus) a salire. Alla faccia dei parametri comportamentali, persino il moralista Lotito era rimasto inghiottito dal suo talento indiscusso. Che aveva disorientato Ferguson: «Mi disse, "guarda quel numero 7 in allenamento, è il miglior giocatore che abbia mai visto". Aveva solo 14 anni e spiccava rispetto a tutti gli altri. A 16 anni già era con la prima squadra. Pagherei anche solo per vederlo allenarsi...». Parola della leggenda british Rio Ferdinand. Uno che lo ha visto crescere, esplodere, bruciarsi e rialzarsi. Era fuggito in Italia, Ravel, alla Lazio pensava di cambiar vita. Invece il pregiudizio è universale. Sembrava un altro, in estate ad Auronzo. Pioli era pronto a lanciarlo, adesso è il primo a lamentarsi di uno scarso impegno: «Non ha ancora imparato una parola d'italiano». Tradotto: Morrison non si sforza di rendersi la vita più semplice, non dimostra di volersi prendere la Lazio. E così è rismasto solo negli isterismi di un gruppo alla costante ricerca di se stesso. Londra sempre in testa, Ravel ha vissuto con nostalgia i suoi mesi biancocelesti. Non più tardi di un mese fa aveva twittato un malinconico «January» alludendo al mercato di gennaio e alla sua voglia di cambiare nuovamente aria. Recenti invece I video postati su tutti i suoi social in cui si vedono tifosi del West Ham che cantano e l'in bocca al lupo agli Hammers. L'ultimo cinguettio velenoso è proprio di mercoledì: «Prendi lentamente le distanze dalle distrazioni». Tanto lentamente che lui ha preso il volo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero