«Senza polemiche e senza dare giudizi, se vogliamo il bene del calcio dobbiamo applicare le normative della Uefa: se hai 13 giocatori, devi giocare». È il...
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Alla luce della sua esperienza in Lega calcio, dove debuttò nel 1975 proprio come rappresentante del Monza, «da vecchio saggio del pallone dico che bisogna mettere da parte gli egoismi personali e cercare salvare la baracca. Non voglio fare polemiche. Ma siccome dobbiamo convivere con il coronavirus - prosegue Galliani -, se ci fermiamo ogni volta che ci sono due positivi, siamo finiti. Si ferma il campionato e si ferma tutto. Bisogna avere lungimiranza. Sennò crolla tutto. Lo sport deve difendersi e andare avanti. L'alternativa è smettere tutti e chissà cosa succede». Nell'estate 2003 Galliani, di fronte al caos per i ricorsi amministrativi di varie squadre, in veste di presidente di Lega, con i presidenti di Coni e Federcalcio, Gianni Petrucci e Franco Carraro, volò in Sardegna dall'allora premier Silvio Berlusconi per convincerlo a varare la legge 'blocca Tar'. «Abbiamo salvato il calcio quella volta», ricorda l'ad del Monza, che giudica «molto saggia» l'idea avanzata da più parti di centralizzare i controlli dell'autorità sanitaria per evitare che a livello locale le varie Asl abbiano approcci diversi alla gestione della quarantena delle squadre. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero