Monchi: «La mia è una Roma fatta di romani. Voglio regalare un sogno ai tifosi»

Monchi: «La mia è una Roma fatta di romani. Voglio regalare un sogno ai tifosi»
Parte del merito del successo giallorosso in campionato e in Europa è anche suo. Ramon Monchi, il nuovo direttore sportivo della Roma sbarcato a Trigoria prima della...

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Parte del merito del successo giallorosso in campionato e in Europa è anche suo. Ramon Monchi, il nuovo direttore sportivo della Roma sbarcato a Trigoria prima della sessione estiva di mercato, ha rinforzato una squadra rendendola, insieme con Di Francesco, capace di vincere. L’obiettivo è sempre lo stesso: regalare un titolo ai tifosi. «Siamo qui per soddisfarli e il mio obiettivo è quello che un giorno realizzino il loro sogno: vincere. Non dovremo avere paura di essere ambiziosi. Vorrei essere in una posizione in cui posso raggiungerlo ogni anno. Dobbiamo posizionarci continuamente nell’élite per approfittarne quando ci sarà un’opportunità», ha detto Monchi al quotidiano spagnolo “ti. 


Ma qual è il segreto della nuova Roma? «Abbiamo cercato di romanizzarla un po’ di più. L’allenatore ha giocato anche a Roma, così come il team manager (Morgan De Sanctis ndc) e abbiamo Totti come manager, ovvero la Roma». A proposito di Totti, Monchi ha avuto l’ingrato compito di comunicargli che avrebbe smesso con il calcio: «Immagino che non fosse la migliore notizia della sua vita, ma penso che almeno abbia apprezzato il fatto che gliel’ho detto guardandolo negli occhi. E sicuramente era importante gettare le basi di un ottimo rapporto umano e professionale tra di noi. Quando glielo dissi, le mie gambe tremavano perché non l’avevo detto a nessuno».

Il dirigente parla anche dell’Atletico Madrid la prossima avversaria in Champions della Roma: «Li apprezzo per due motivi: perché sono riusciti a rinascere da una situazione molto complicata dopo due anni di fila in Segunda fino a quando non si è affermata con il meglio del calcio europeo; e anche perché l’hanno fatto all’ombra di uno dei più grandi club del mondo, il Real Madrid». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero