Re Roger è l'impossibile: ormai è entrato nell'epopea

Re Roger è l'impossibile: ormai è entrato nell'epopea
LONDRA Mentre Roger Federer alzava per l'ottava volta al cielo il trofeo più ambito a Wimbledon, la domanda già aleggiava sul Centre Court. Il trionfo di...

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LONDRA Mentre Roger Federer alzava per l'ottava volta al cielo il trofeo più ambito a Wimbledon, la domanda già aleggiava sul Centre Court. Il trionfo di domenica scorsa rende King Roger il più grande sportivo di tutti i tempi per eleganza, talento, professionalità, correttezza e capacità di vincere da ragazzino e ora a 36 anni? Che gli spetti di diritto il Goat, il virtuale titolo di più grande tennista di sempre, lo dicono i numeri e quelli non si possono discutere. Record di successi nei tornei dello Slam (19), di settimane da numero uno (302) e di guadagni. Un extraterrestre, un braccio e un polso mai visti prima, uno stile affascinante. E un fisico atletico, ma non gonfio di muscoli, agile e snello. Impossibile non lasciarsi ammaliare dalla storia infinita di un campione irripetibile.


INFINITO
È stato paragonato ai più grandi della storia dello sport, da Pelè a Schumacher, passando per Maradona, Bolt, Michael Jordan, Muhammad Ali, Merckx, Phelps, Valentino Rossi e Senna. «Questi campioni mi affascinano ha raccontato Federer e li ammiro per ciò che hanno fatto giorno dopo giorno, per quanto hanno vinto. È stato importante da giovane averli da esempio per trovare la mia strada». Ma in realtà il Fenomeno svizzero ha qualcosa di più. Tutti i grandi campioni citati hanno avuto una carriera normale seppur nella loro straordinarietà. Hanno raggiunto la vetta, hanno vissuto un declino più o meno veloce, chi con dignità, chi con qualche frustrazione. Federer no, è andato oltre. Sono passati 14 anni dal primo trionfo a Wimbledon e in questo lasso di tempo è diventato l'idolo di milioni di appassionati di ogni nazione ed età, giocando con il pubblico dalla propria parte in qualsiasi posto del mondo e facendo appassionare a questo sport un numero straordinario di tifosi. Lui ha fatto quello che non si era mai visto fare prima a uno sportivo. Invecchiando qualcosa muta a livello fisico e mentale e Federer ha saputo adeguarsi al cambiamento. Ha modificato il modo di allenarsi e il suo tennis riuscendo addirittura a migliorarlo e oggi, dopo quasi due decenni di professionismo, è in grado di giocare colpi che qualche anno fa neppure avrebbe provato o immaginato. Diverte perché lui è il primo a divertirsi in campo. E' questa la sua magia.

IL FUTURO

Un anno fa il ginocchio sinistro era ko e la sua epopea sembrava al capolinea. Invece ci ha creduto e ha avuto ragione. E continua ad aver ragione. Ha saltato metà 2016 ed è tornato vincendo Australian Open, Indian Wells e Miami. Poi ha saltato l'intera stagione sulla terra rossa ed è tornato trionfando ad Halle e Wimbledon. Un esempio di programmazione e professionalità eccezionali: conosci te stesso è diventato il suo mantra. «Se sto bene niente è impossibile», ha sottolineato. Non solo ha ricominciato a vincere, ma vuole continuare. I rivali, leggi Djokovic e Murray, perdono terreno alle prese uno con il gomito e l'idea di staccare la spina, l'altro con un'anca infida e il rischio operazione. C'è Nadal, ma le sue ginocchia sul cemento sono una incognita. Federer, invece, è più vispo e pimpante che mai, il più in forma dei Fab Four tutti più giovani di lui. «Di sicuro giocherò ad agosto Cincinnati e gli US Open, poi la Laver Cup a Praga, Shanghai e in Europa», ha spiegato. A New York il favorito sarà sempre e ancora lui. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero