Ha un ghigno compiaciuto. E’ il ghigno spavaldo di chi sa che tanto avrebbe segnato. E’ ormai scritto nel destino: ogni volta che Milinkovic vede l’Inter fa...
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PUNTO
Già, non resta che sorridere. E’ mezzo pieno, il bicchiere, alla fine. Perché le cose non si erano messe bene. Perché l’Inter aveva un’altra lucidità fisica e mentale. Perché a complicare la vita ci si è messa pure l’espulsione d’Immobile: «C’è stata un po’ di confusione, non credo che Ciro gli abbia dato una botta così forte. Non credo che fosse da cartellino rosso, Vidal si è buttato per terra bene». Milinkovic non le manda a dire, tira fuori gli attributi anche con le parole. Per carità, deve ancora crescere a livello fisico e ritrovare la migliore condizione. Ma la più bella notizia è che ormai sorride sempre e ha completato la sua maturazione. Quando Immobile esce, Milinkovic s’avvolge la fascia al braccio. Nonostante ci fosse Parolo in campo, gli mancava solo questo tassello: Sergej capitano. Testimonia la voglia di prendersi responsabilità anche per il futuro.
CHAMPIONS
E’ rimasto, lo sapeva che nessuno si sarebbe presentato con 100 milioni così facilmente. Conta poco perché Milinkovic può giocarsi finalmente alla Lazio le sue carte. Voleva fare il salto in Champions, non vede l’ora di mettersi in mostra a livello europeo. Prima però la sua Lazio sfrutterà lo stop come un dono: «Per fortuna la sosta ci aiuterà a recuperare infortuni ed energie. Adesso abbiamo ancora la Samp, poi inizierà la Champions che abbiamo aspettato tanto. Siamo contenti di tornare dopo tanti anni e daremo tutto». Milinkovic vola e fa già le Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero