L'Olimpia esce al primo turno di coppa Italia con una bella smusata, come ammetteva Simone Pianigiani. E, soprattutto, nonostante un budget da Final Four, finisce penultima in...
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In questo guazzabuglio di coppe, con 8 italiane iscritte e sperando in una finale tutta italiana - ma dalla forse 4^ coppa per importanza - c’è una certezza granitica: è assurdo che chi vince lo scudetto (Venezia) non possa giocare l’Eurolega, l’ultima fu Sassari. L’altra certezza: Milano non rende, con tutti quei lunghi e chili e talenti e panchina. Speriamo nell’anno prossimo, chissà quanti andranno via, fra americani e comunitari, fra giganti dell’est e piccoli azzurri. Perchè Abass e Pascolo, Cinciarini e Cusin magari vinceranno lo scudetto come due anni fa, a Reggio, o come 4 anni fa, con Hackhett contro l’ultima Siena, ma l’Eurolega resta il vero traguardo, molto più della Champions per la Juve. Che vanta due finali e parecchi quarti, mentre Milano esce dalla lotta già a metà stagione. Non importa se in campionato sia a 7 vittorie di fila e abbia il potenziale per stracciare Venezia in ipotetica finale o Brescia o comunque passeggiare al primo turno e magari in semifinale. Arriverà al solito il meglio dal mercato, magari De Nicolao o Filloy al posto di Cinciarini, verranno ingaggiati nuovi da Est e dall’Nba, ma quando tornerà la final 4? Siena ne conquistò due, pur i bilanci truccati da Minucci. “Lo fanno tutti”. Che porti le prove. Ecco, di sicuro non Milano, che i soldi li ha grazie al re dell’abbigliamento ma che dovrebbe spenderli meglio.
La classifica. Cska Mosca 48 punti, Fenerbahce 42, Olympiacos Pireo e Panathinaikos 38, Real Madrid 36, Zalgiris Kaunas 34, Baskonia Vitoria e Khimki 32; Maccabi Tel Avis e Unicaja Malaga 26, Brose Bamberg, Barcellona, Stella Rossa e Valencia 22, Ax Armani Milano 20, Efes Istanbul 14.
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Il Messaggero