Milan senti Pioli: «Non pettiniamo le bambole, si lavora per tornare in alto»

Milan senti Pioli: «Non pettiniamo le bambole, si lavora per tornare in alto»
Tra campionato e Coppa Italia, il Milan cerca la quarta vittoria di fila. I rossoneri arrivano dal successo ottenuto al 93' contro l'Udinese grazie alla doppietta di...

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Tra campionato e Coppa Italia, il Milan cerca la quarta vittoria di fila. I rossoneri arrivano dal successo ottenuto al 93' contro l'Udinese grazie alla doppietta di Rebic: «Ora se la può giocare», assicura Stefano Pioli.


Rebic. «Se la può giocare, adesso ho tante possibilità e tanti giocatori che stanno bene. Lui ha dimostrato di stare bene, così come Leao e Ibrahimovic».

Modulo. «L'importante è che le vittorie siano arrivate attraverso buone prestazioni, stiamo facendo tante cose positive, tante altre le dobbiamo migliorare, avevamo bisogno di questi risultati, dovevamo avere la testa più serena possibile».

Effetto Ibrahimovic. «Zlatan è un valore aggiunto, per lo spessore e la presenza che mette nella partita e per la professionalità che mette ogni giorno. Sta facendo molto bene alla squadra come sono stati bravi i compagni a sfruttare gli spazi che si sono creati. Lui un campione, tra i migliori al mondo, mi aspettavo tanto da Ibra e ho trovato una persona molto disponibile, è entrato con curiosità, ha studiato e ora è più consapevole di quello che deve fare».

Classifica. «Sarà appesa fino al 24 maggio, non lavoriamo per pettinare le bambole, ma per riportare il Milan in alto. Dobbiamo tenere la testa sul manubrio e continuare a spingere. Dobbiamo migliorare le situazioni che anche in queste partite ci hanno visto in difficoltà, abbiamo concesso qualcosa di troppo».

Balotelli. «Senza Mario, il Brescia perde qualità ma troverà sicuramente più compattezza e dinamismo dal punto di vista dell'aggressività».

Rendimento in trasferta. «I numeri non mentono mai, le nostre interpretazioni delle gare esterne sono state positive, dobbiamo continuare così. Non abbiamo fatto ancora niente, c'è ancora tanta strada da fare». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero