Niente festa di Natale, per la Roma. E neppure Juventus più vicina, dopo il pareggio povero di gol ma ricco di rimpianti e di errori contro il Milan. Speravano, i tifosi della...
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LA SUPERSTIZIONE
I guizzi di Menez, le accelerazioni (e i tiri fiacchi...) di Gervinho e il muro mobile del Milan, istruito bene da Pippo Inzaghi. Partita tattica, ma non priva di emozioni. Nulla di particolarmente esaltante, però nemmeno roba da buttar via. Con Totti a cercare la giocata per il compagno o la finalizzazione personale, tanto per ribadire che il Milan è una squadra che gli porta bene, dieci gol in carriera tra campionato coppe. Al capitano, se mai, rodeva di non aver vinto il sorteggio iniziale contro Montolivo, perché se fosse stato per lui non avrebbe mai cominciato la partita attaccando verso la Sud. Da sempre, cioè da quando ha la fascia al braccio, Francesco se può parte da destra verso sinistra a guardarla dalla Monte Mario. Scaramanzia, nulla più. Il rosso ad Armero per doppio giallo, l'ingresso in campo di Destro per tentare di dare maggiore forza centrale all'attacco della Roma. Niente da fare. Forse doveva andare così. Forse ha davvero ragione Totti se/quando sostiene che attaccare sotto la Sud nel primo tempo non porta bene. Chissà, ma forse sono solo pensieri e nulla più.
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Il Messaggero