Infiniti veleni. Una partita nella partita. Tiratissima già per la posta in palio, la finale di coppa Italia diventa speciale, ad alto rischio per quanto è accaduto...
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ATMOSFERA CALDA
Anche per i tifosi la vicenda pare non si sia affatto chiusa. Il chiacchiericcio virtuale su tutti i social ne è la dimostrazione più lampante. Tutto quello che è successo in campo e fuori ha sicuramente contribuito ad accendere l’attesa di una partita, con il rischio che si parli di più di quello che possa avvenire fuori dallo stadio San Siro e sugli spalti, dove sono previsti circa 60.000 spettatori, con oltre quattromila tifosi biancocelesti provenienti dalla capitale.
LA SICUREZZA
Le forze dell’ordine sia per i report che sono arrivati da parte milanista ma pure da quella laziale, avranno particolare attenzione all’evento. E la sensazione di quanto accaduto alla fine di Lazio-Udinese, con alcuni cori beceri nei confronti di Bakayoko e Kessie, possa essere solo un antipasto di quello che potrebbe accadere questa sera allo stadio. Ma da questo punto di vista bisognerà fare molta attenzione perché il direttore di gara non è uno qualsiasi. Ad arbitrare la semifinale di coppa ci sarà Mazzoleni, lo stesso che finì nell’occhio del ciclone lo scorso 26 dicembre per non aver interrotto Inter-Napoli per i cori razzisti nei confronti di Koulibaly, poi espulso dallo stesso arbitro per proteste. Non è da escludere che il fischietto di Bergamo, vicino a chiudere la carriera al termine di questa stagione, visto quanto accadde a Santo Stefano, stavolta possa essere più scrupoloso e severo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero