Milan, Gattuso: «Per me è un sogno, spero che duri il più a lungo possibile»

Milan, Gattuso: «Per me è un sogno, spero che duri il più a lungo possibile»
«Per me è un sogno, spero che duri il più a lungo possibile». Rino Gattuso non nasconde più l'ambizione di restare sulla panchina del Milan...

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«Per me è un sogno, spero che duri il più a lungo possibile». Rino Gattuso non nasconde più l'ambizione di restare sulla panchina del Milan nella prossima stagione, ma non la considera la priorità in questo momento. «Io la vivo tranquillamente, per me è un sogno allenare questa squadra a 40 anni, ho ancora tanto da imparare e migliorare - ha spiegato dopo il 3-0 in casa dei bulgari del Ludogorets in Europa League, nono risultato utile di fila -. Vedremo come va a finire, ma voglio che si parli del Milan, voglio che il Milan torni dove merita. Il Milan è più importante di me e di ogni singolo giocatore. Mi è stata data una grande possibilità, senza la fiducia di Fassone e Mirabelli sarebbe stato impensabile. Per me è un sogno, spero che duri il più a lungo possibile». Le quotazioni dell'allenatore sono in netta ascesa, parallelamente alla crescita della squadra, che ha ottenuto una vittoria larga ma non del tutto soddisfacente per Gattuso. «È un risultato bugiardo. Sono un pò arrabbiato, potevamo fare molto meglio. Nel primo tempo potevamo imbucare e arrivare in seconda battuta ma andavamo nel traffico. Avendo giocatori veloci loro ci hanno messo in difficoltà. Sono arrabbiato perché si poteva sviluppare meglio la manovra - ha detto a Sky Gattuso -. La cosa che mi fa stare tranquillo è che da un mese giocano sempre gli stessi, qualcuno è arrabbiato ma vedo grande partecipazione anche da chi non è protagonista». Prova a restare con i piedi per terra anche Patrick Cutrone, ancora una volta decisivo. «La partita era molto difficile per i tifosi e il campo. Siamo stati bravi a trovare il vantaggio e a fare due gol nel secondo tempo - ha spiegato l'attaccante -. Io sono un tifoso del Milan, sono contento di quello che sto facendo ma per i miei gol devo sempre ringraziare i compagni».

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Il Messaggero