Gattuso applaude i suoi: «Pensiamo al noi e non all'io»

Gattuso applaude i suoi: «Pensiamo al noi e non all'io»
l Milan manda in porto l'operazione 'controsorpassò sulle romane e sull'Atalanta - prossimo avversario sabato sera - e Gennaro Gattuso non può che essere...

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l Milan manda in porto l'operazione 'controsorpassò sulle romane e sull'Atalanta - prossimo avversario sabato sera - e Gennaro Gattuso non può che essere visibilmente soddisfatto per la netta vittoria (3-0) sul Cagliari e per il ritrovato quarto posto: «Oggi siamo stati davvero bravi, abbiamo espresso un buon calcio. La squadra mi è piaciuta ma è da parecchio tempo che mi piace a dire il vero. Siamo stati a tratti fortunati ma è stata una buona partita». Per Gattuso il segreto del suo Milan è avere «fame», avere «voglia sia di allenarsi che di stare insieme» e di saper mettere davanti le esigenze della squadra a quelle personali: «Non voglio sentire la parola 'iò ma la parola 'noì. Mettiamo al primo posto la squadra. Così facendo dobbiamo arrivare alle ultime partite e giocarci qualcosa di importante». Gattuso appare più sereno rispetto ad un paio di mesi fa e ci scherza su: «Ero arrivato a 100 chili e sono alto un metro e venti. Sono dimagrito perché faccio meno schifo a mangiare, bevo meno e corro di più. Non sono dimagrito per lo stress di allenare il Milan». Più cupo invece è Rolando Maran. Il Cagliari non sa più vincere ed è ormai coinvolto a pieno titolo nella lotta salvezza. «Siamo stati troppo altalenanti nella prestazione - il rimprovero del tecnico ai sardi - e per venire a fare risultato a San Siro serve più continuità. Il primo gol ci ha colpito, gli episodi ci condizionano ma non deve accadere. Dobbiamo essere più forti degli episodi, riuscire a restare attaccati al risultato, altrimenti ci facciamo male da soli». Per la svolta, secondo Maran, serve «cercare la vittoria con ancora più forza, più compattezza e valorizzando le qualità» della squadra: «Anche se i risultati fanno vedere tutto nero ci stiamo ritrovando. L'autorete è stata come un pugno, non mi piace parlare di fortuna e sfortuna ma gli episodi nell'ultimo periodo hanno spesso girato contro».
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Il Messaggero