Milan, spaccatura su Giampaolo: Maldini è per la conferma e Boban per l'esonero

Giampaolo
Esonerato dopo una vittoria. E non sarebbe neppure un record, per quanto amaro. E’ già successo. Sull’altra sponda, per esempio. Massimo Moratti licenziò...

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Esonerato dopo una vittoria. E non sarebbe neppure un record, per quanto amaro. E’ già successo. Sull’altra sponda, per esempio. Massimo Moratti licenziò Gigi Simoni all’indomani di un successo dell’Inter in campionato contro la Salernitana e che seguiva un trionfo in Champions contro il Real Madrid. Può ricapitare a Giampaolo, anche se nessuno se lo sarebbe più aspettato dopo i tre punti di Marassi. E invece… Intendiamoci, il Milan che ha battuto il Genoa è apparso tutt’altro che una squadra in ripresa. Gioco poco e pure confuso. Così come le idee dell’allenatore: fuori Paqueta e fuori Leao, ancora più a sorpresa, all’inizio e dentro tutt’e due dopo l’intervallo. Entrambi sono stati decisivi nel ribaltamento del risultato. Cambi azzeccati o formazione clamorosamente sbagliata? Al Milan ci stanno pensando. Boban viene indicato dagli spifferi di corridoio come il grande nemico di Giampaolo: non lo convincono né le scelte degli uomini né il sistema di gioco. Lui vorrebbe vedere sempre in campo un trequartista, maledetta nostalgia, cioè Paqueta, che per il tecnico invece è una mezzala, dietro due attaccanti, Piatek e Leao.

 
DIVERGENZE

Maldini è più cauto: ricorda i primi tempi di Sacchi al Milan, i tanti che lo avrebbe voluto cacciare subito e la straordinaria trasformazione e affermazione della squadra arrivata solo più o meno a fine novembre. In fondo, Giampaolo lavora soltanto da tre mesi. Poi a decidere dovrebbe essere la proprietà, che però, più che a costruire un team vincente, sembra interessata a risistemare i conti e a lucidare un marchio da piazzare con successo sul mercato (quello dei capitali, non quello del calcio). Perciò si fatica a pensare all’ingaggio di uno Spalletti, usato sicuro ma piuttosto caro, o ancora più di un Wenger, vecchio sodale all’Arsenal dell’ad rossonero Gazidis, l’ideale per lavorare intorno a un progetto basato sui giovani. Vedremo. Queste incertezze potrebbero alla fine favorire una conferma di Giampaolo, chissà però quanto motivato dalle critiche interne fatte trapelare. Per non parlare dei calciatori, da sempre i primi a voltare le spalle ai tecnici in discussione. Pare che non abbia invece nessuna speranza di restare Di Francesco alla Sampdoria. Il mancato o ritardato annuncio dell’esonero va attribuito alla necessità di trovare un accordo economico preventivo: Ferrero non può permettersi di pagargli tre anni di stipendio. L’errore più grande di Di Francesco è stato accettare di allenare una squadra clamorosamente indebolita dalle cessioni di Praet, Andersen, Defrel… Sarà durissima anche per il suo successore. Povera Genova. Piove sul bagnato. Ultima la Samp, penultimo il Genoa. Andreazzoli sembra il meno colpevole dei pericolanti, ma Preziosi è il meno prevedibile dei presidenti. La sosta per le nazionali porterà consiglio. O no?
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Il Messaggero