Il Milan non c'era, non c'è e, ormai si può dire, non ci sarà neppure per questa stagione. Altro che mercato da grande. Gli 86,45 milioni scuciti in...
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QUESTIONE DI FEELING
Berlusconi abbozza. Lui, per la verità, di Mihajlovic non si è mai fidato sino in fondo, così come non si era fidato di Inzaghi ed era stato deluso da Seedorf. Certo, è dura per un allenatore avere a che fare con un presidente simile. Se perdi hai sbagliato formazione e gioco, se vinci è perché hai fatto quello che voleva il padrone. Poi ci si mettono anche i giocatori. Come Montolivo, uno dei più deludenti. Così ingenuo da rivelare in pubblico i movimenti che Mister B ha loro suggerito all'insaputa di Sinisa…
La verità è che il re è nudo. L'arcano, si fa per dire, l'ha svelato Paolo Maldini, per chi ancora non se fosse accorto. Galliani, buon dirigente sportivo, avrebbe bisogno di qualcuno che capisca di calcio. Le squadre non si costruiscono assecondando i capricci dei procuratori, senza quella competenza che lo staff tecnico dell'Inter quest'anno ha dimostrato di avere: si può ricominciare da zero, addirittura competere per il titolo partendo da un ottavo posto precedente, purché si sappiano scegliere i giocatori giusti e li si mettano in campo razionalmente.
Il Milan degli 86,45 milioni bruciati è reduce da due pareggini contro le due ultimissime in classifica. Mihajlovic ha già cambiato, finora invano, tre sistemi di gioco. Nessun progresso. E' tornato alla casella di partenza. I punti sono gli stessi di Inzaghi. Si dovrà ricominciare un'altra volta da capo. Altri giocatori. Altro allenatore. Il solito Galliani. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero