Messi celebra «Argentina, 1985»: è il film che racconta il processo alla dittatura candidato all'Oscar come miglior film straniero

Messi celebra «Argentina, 1985»: è il film che racconta il processo alla dittatura candidato all'Oscar come miglior film straniero
«Argentina, 1985». È il film di Santiago Mitre celebrato da Lionel Messi su Instagram, che racconta il processo alla giunta militare argentina, dopo la fine...

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«Argentina, 1985». È il film di Santiago Mitre celebrato da Lionel Messi su Instagram, che racconta il processo alla giunta militare argentina, dopo la fine della dittatura. La Pulce è sempre stata molto sensibile al tema della dittatura argentina e a quello dei desaparecidos. La pellicola racconta la storia di Jorge Julio Lopez, un muratore argentino e un militante peronista, vicino alle posizioni della sinistra radicale. Nel 1976 venne catturato dai militari golpisti, divenendo uno dei tanti desaparecidos argentini. Ma Lopez sopravvisse, e dopo la fine della dittatura iniziò a lottare per avere giustizia.

 

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Nel 2006, riuscì a far condannare uno dei più spietati carcerieri del regime, Miguel Etchecolatz. Ma il giorno prima della condanna, il 18 settembre 2006, Lopez sparì di nuovo. Da allora non si è più saputo nulla di Jorge Julio Lopez, che se fosse ancora vivo il prossimo 25 novembre compirebbe 92 anni. Per la sua seconda scomparsa si sospetta ovviamente l'estrema destra argentina. «Questa storia è davvero terribile - disse Messi nel 2011- è una cosa che non riguarda solo la storia di una singola persona, ma tantissime altre cose. Voglio creare una fondazione che aiuti a confrontarsi con tutto il male che abbiamo vissuto in passato». Al di là della raccomandazione cinematografica, Messi ha fatto un cenno calcistico: «Andiamo per la terza», ha scritto, alludendo al fatto che il film è candidato agli Oscar per il miglior film straniero. E se vincerà, sarà la terza statuetta: nel 1986 vinse The Official Story e nel 2010 The Secret in Their Eyes. Esattamente come il Mondiale vinto, per la terza volta appunto, in Qatar ai rigori con la Francia il 18 dicembre scorso.

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Il Messaggero