Segnali di normalità da Melbourne: il Gran Premio a porte aperte

Segnali di normalità da Melbourne: il Gran Premio a porte aperte
Non si può negare che un ombra di grande tensione aleggi sul circus della F1 approdato a Melbourne per il GP d’Australia che domenica darà il via al Mondiale....

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Non si può negare che un ombra di grande tensione aleggi sul circus della F1 approdato a Melbourne per il GP d’Australia che domenica darà il via al Mondiale. Anche se gli organizzatori sarebbero riusciti, a loro dire, a vendere quasi tutti i biglietti. Sono state prese delle precauzioni per le squadre e i tifosi provenienti dalle aree a rischi. Agli italiani sono state riservate procedure particolari con il controllo della temperatura corporea e la consegna di istruzioni qualora durante la permanenza si riscontrassero sintomi da influenza.

I componenti dei team che hanno provveduto a montare i box e il paddock erano già arrivati la scorsa settimana. E anche i piloti hanno raggiunto Melbourne. Alcuni di loro, quelli che viaggiavano con voli di linea si sono attrezzati con speciali mascherine nere di produzione francese che coprono quasi tutto il volto. Precauzione che probabilmente non ha coinvolto chi ha potuto avere a disposizione un jet privato.
Non mancano le tensioni anche sul piano sportivo. Le vicenda delle lettere inviate da 7 squadre alla FIA per avere chiarimenti sulle power unit utilizzate dalla Ferrari nel 2019, potrebbe avere uno sviluppo negativo nel corso delle verifiche tecniche di giovedì. Malgrado la Federazione abbia respinto l’accusa di aver agito scorrettamente, c’è ancora chi punta a chiedere una squalifica retroattiva per la Scuderia.
IN BAHRAIN
E si pensa già al successivo GP del Bahrain in programma il 22 marzo. La corsa si farà, ma a porte chiuse. Ci sarà un canale d’ingresso sempre per chi arriva da zone a rischio Coronavirus. E’ previsto un test con tampone e permanenza in aeroporto di almeno 2 ore. In attesa dell’esito verranno trasportati direttamente in circuito, prima di poter andare in albergo. Ci sono anche dubbi sull’effettuazione il 5 aprile del GP in Vietnam dove si sono registrati diversi casi di contagio. Insomma, i motivi di preoccupazione non mancano. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero