Roma, è Mazzarri il tampone anticrisi: le caratteristiche dei giocatori lo spingono in pole

Mazzarri
Il dibattito è aperto dentro la Roma. Normale dopo il crollo contro la Lazio e la figuraccia contro lo Spezia. In bilico l’allenatore: la fiducia c’è, ma...

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Il dibattito è aperto dentro la Roma. Normale dopo il crollo contro la Lazio e la figuraccia contro lo Spezia. In bilico l’allenatore: la fiducia c’è, ma non si vede. Già si discute sull’erede. E si scopre che il vecchio potrebbe avere ancora la meglio sul nuovo. In ogni caso. Sia se dovesse restare Fonseca fino alla conclusione della stagione sia se la proprietà fosse costretta a cambiare subito la guida tecnica. Facile capire perché: il portoghese è stato scelto dalla precedente gestione così come l’eventuale erede potrebbe essere spinto a Trigoria da chi è rimasto qui anche dopo l’addio di Pallotta. Premettendo che l’intenzione di Friedkin è di non esonerare Paulo per poter riflettere meglio sul possibile sostituto, esiste già la lista dei candidati alla panchina. Di oggi e di domani. Ma il presente conta più del futuro. In caso di ribaltone improvviso (oggi i giallorossi sono comunque in zona Champions), deve essere pronta la soluzione per chiudere la stagione. E Mazzarri è il più accreditato come traghettatore. Su indicazione di De Sanctis che lo conosce bene.

PERCORSO DA DEFINIRE
La Roma pallottiana, dunque, non abdica. Anche perché Pinto non vorrebbe iniziare la sua avventura cambiando subito l’allenatore suo connazionale. Il general manager è contrario a forzare la mano e quindi frena. Come la famiglia Friedkin che, guardando al bilancio da brividi, preferirebbe rimandare l’intervento. Dan e Ryan sono furiosi ma vorrebbero scegliere il profilo ideale, procedendo con le consultazioni cominciate a fine estate, quando avvicinarono agenti stranieri e addirittura quel Rangnick che si è definito, attribuendosi il doppio ruolo, trainager. De Sanctis, responsabile del settore giovanile e in convalescenza per l’incidente d’auto avuto il 5 gennaio, ha invece preso le sconfitte al balzo per proporre il disoccupato Mazzarri. Che ha dato la disponibilità per subentrare in corsa, accontentandosi della mezza stagione. Senza panchina anche Allegri e Spalletti. Ma il primo non ha fretta e vorrebbe ripartire da zero; l’altro è sotto contratto con l’Inter: l’ingaggio pesante non gli ha permesso di andare al Milan. Entrambi, a fine campionato, direbbero sì. Come Sarri che scansò la proposta giallorossa nella primavera del 2020, scegliendo di lasciare il Chelsea per la Juve. Pure lui è ancora vincolato al club che lo ha esonerato.

SORPASSO SUL MERCATO


Pinto ha suggerito Jardim che ha vinto il campionato con il Monaco nel 2017. Mazzarri, nel settembre 2009, fu in ballottaggio con Ranieri per sostituire dopo 2 giornate Spalletti. Rimase in un albergo di Roma sud in attesa di conoscere la decisione della famiglia Sensi. Che scelse il collega. Mazzarri resta d’attualità, anche dopo più di 10 anni: è quello che conosce meglio la difesa a 3. E, analizzando le caratteristiche dei giocatori della Roma, sarebbe più semplice per lui che per altri allenare questo gruppo. La rosa è su misura: abbondanza di centrali difensivi, niente ali. E i terzini che sanno solo attaccare non vanno bene a chi schiera la linea a 4. Compreso Allegri, abituato da diversi anni ai top player. Fonseca, intanto, aspetta l’attaccante, ma i Friedkin gli prenderanno il terzino destro Reynolds, in arrivo dal Dallas con la formula del prestito con obbligo di riscatto a 7 milioni. Ingaggio di 700 mila euro più bonus per il texano classe 2001 (positivo da ieri al Covid-19), bloccato dalla Juve e convinto in settimana da Ryan con l’assist di un agente italiano. Chiusura dell’affare nelle prossime ore, quando il portoghese si giocherà il posto contro lo Spezia, cioè domani all’Olimpico.

 

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Il Messaggero