Mayweather-McGregor, sul ring per un pugno di dollari

Mayweather e McGregor
E se il combattimento mediaticamente più rilevante della storia della boxe non fosse un incontro di pugilato in senso stretto? Paradossi dello showbiz, come se il calcio...

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E se il combattimento mediaticamente più rilevante della storia della boxe non fosse un incontro di pugilato in senso stretto? Paradossi dello showbiz, come se il calcio regalasse agli annali una sfida tra l’Italia e la nazionale brasiliana di beach soccer.


 

L’incontro tra Floyd Mayweather e Conor McGregor - di scena alla T-Mobile Arena di Las Vegas nella notte italiana tra sabato e domenica - l’etichetta di match del secolo se l’è presa prima ancora di essere ufficialmente annunciato, ma, va detto, trattasi di etichetta abusata, a volte incollata un po’ a caso, come nella circostanza. In soldoni - soprattutto in quelli - parliamo di un combattimento tra un ex pugile di 40 anni che non boxa da due e un fuoriclasse delle arti marziali miste, che per la prima volta si cimenterà con il pugilato e che ha ricevuto il divieto tassativo di usare sul ring calci, proiezioni e mosse di sottomissione. Insomma, il 90% del repertorio che lo ha consacrato tra i più forti al mondo. Un grande spettacolo, ma - hanno ragioni i puristi - lontano anni luce dall’essere l’incontro del secolo.

FIUMI DI DENARO
Lo sarà per il giro di dollari generato. Si parla di una borsa complessiva di circa 300 milioni, che per due terzi finiranno nella già ricchissime casse di Mayweather. Il resto all’irlandese, che nemmeno se la passa malissimo quando stampa l’estratto conto. Le vendite dell’incontro in pay per view negli Usa sono già 5 milioni, ben oltre il precedente limite fissato dalla sfida - quella sì di grande boxe - tra lo stesso Mayweather e Manny Pacquiao. Frutteranno quasi 500 milioni di dollari, anche per il prezzo esorbitante di vendita, 89,95 dollari. Senza contare i biglietti della T-Mobile Arena, il merchandising, eccettera eccettera. 

PER MODO DI DIRE

La sfida, tecnicamente, è stata catalogato come boxe, categoria superwelter (i duellanti dovranno stare sotto i 69,8 kg). Ma poi cominciano le escursioni extra-pugilato. Si combatterà con guantoni da 8 once (anziché da 10), come richiesto da McGregor, più a suo agio con i guanti leggeri. E in palio non ci saranno titolo mondiali ma una cintura - la Money Belt, il nome dice tutto - realizzata con 3360 diamanti, 600 zaffiri, 300 smeraldi e 1,5 chili d’oro. Valore stimato: incalcolabile. E poi ci sarebbero loro, i due combattenti, che si sono calati nel ruolo dei rivali agguerriti, con doti attoriali invidiabili. Conor non ha perso occasione per insultare Floyd, che comunque resta uno dei pugili più forti della storia, l’uomo che cerca il 50 successo in altrettanti match per lasciarsi alle spalle anche Rocky Marciano. Gli ha detto che durerà due riprese, che vale un quarto della sua classe, lo ha persino irriso sfoggiando un gessato le cui righe bianche erano un sequenza di piccolissimi «Fuck you», la cui traduzione è celebre anche dalle nostre parti. Mayweather ha cominciato il giro mediatico sbattendogli delle banconote in faccia. Poi ha cambiato registro e ha iniziato a parlargli come si farebbe a uno sprovveduto che non ha mai messo piede sul ring. E non è il caso dell’irlandese, anche se i suoi ring sono ottagonali. Se le daranno di santa ragione, perché sono dei professionisti, degli showman e dei maschi alfa di primissima categoria. Ma per parlare di match del secolo servono altri presupposti.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero