Matteo Minozzi ingaggiato dal superclub inglese Wasps: perché è una notizia clamorosa

Matteo Minozzi
Matteo Minozzi, l'estremo delle meraviglie delle Zebre Parma e della Nazionale, nella prossima stagione giocherà nel blasonato club Wasps, di base a Londra ma in...

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Matteo Minozzi, l'estremo delle meraviglie delle Zebre Parma e della Nazionale, nella prossima stagione giocherà nel blasonato club Wasps, di base a Londra ma in perenne trasferta nella vicini Coventry per motivi di stadio, la Ricoh Arena, e di molto redditizio business.


La notizia è a dir poco clamorosa perché l'ingaggio del 22enne padovano avviene in un'annata in cui il folletto (1.75 metri per 76 chili) azzurro non scenderà mai in campo per colpa di un terrificante infortunio a un ginocchio che aveva messo a rischio la sua capacità di camminare, figuriamoci di tornare a giocare ai livelli che nel giro di un'unica stagione l'hanno portato all'attenzione del mondo.

Alle Vespe, però, non hanno l'anello al naso: è giusto dal 1867 che vanno in meta vincendo sei scudetti e due coppe dei campioni, e se hanno "comprato" l'italiano ancora così giovane significa che, nonostante l'infortunio, continuano a vedere bagliori stellari nel futuro del giovanotto che ha intanto ha già vinto uno scudetto nel Calvisano e che ha meritato la chiamata in azzurro dopo appena 15 match con le Zebre nelle coppe europee.
Minozzi è un attaccante nato, rapidissimo, geniale nelle intuizioni e nello scovare varchi nelle difese, uno di quei rari giocatori che ti fanno rizzare i capelli sulla nuca ogni volta che scatta palla in mano. Fra i trequarti delle Vespe e contro gli avversari della ricchissima e altrettanto ferioce Premiership avrà comunque vita durissima: un test non privo di rischi per un 22enne e per la sua carriera appena iniziata, ma certo dire di "no" non era proprio possibile.




Nel Sei Nazioni dello scorso anno Minozzi, 10 caps, ha segnato 4 mete una più bella e geniale dell'altra, finendo nella rosa dei sei migliori giocatori del Torneo per nazionali più antico di sempre. E' atteso al rientro in campo in estate, per preparare la coppa del mondo in Giappone.

L'estremo cresciuto nel Valsugana è anche - scusate la parola - un "prodotto" del sistema delle accademie italiane finalmente a sistema con il resto del movimento italiano secondo la regia del ct O'Shea. Insomma la filiera, sbuffando e tossicchiando ancora, qualche talento lo coltiva e lo porta all'alto livello. 


Era da tre stagioni che un titolare azzurro non veniva ingaggiato da un grande e storico club straniero: l'ultimo è stato il centro/ala Michele Campagnaro che, toh, Minozzi ritroverà nelle Vespe per le quali lavora anche, come tecnico dell'Accademia del club di cui ha vestito la maglia, un altro leggendario estremo azzurro, Andrea Masi. 

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Il Messaggero