Marta Menegatti e il bikini nel beach volley: «I nostri costumi hanno abbattuto un tabù»

Marta Menegatti e il bikini nel beach volley: «I nostri costumi hanno abbattuto un tabù»
re un torneo e invece si troverà a essere parte di una piccola grande rivoluzione culturale. Marta Menegatti, in coppia con Viktoria Orsi Toth, rappresenterà...

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re un torneo e invece si troverà a essere parte di una piccola grande rivoluzione culturale. Marta Menegatti, in coppia con Viktoria Orsi Toth, rappresenterà l’Italia femminile al torneo di Doha. «I nostri bikini abbatteranno una barriera. Ho sempre pensato che lo sport sia un ottimo veicolo per i cambiamenti culturali e questo episodio lo dimostra una volta di più. Ora sono ancora più felice di prendere parte al torneo».


Ha pensato anche lei di boicottare il torneo? 
«No, sinceramente no. All’inizio c’è stato un po’ di schock al pensiero di dover giocare in maglietta e pantaloni, però alla fine ci siamo guardate e abbiamo detto “Va be’, proveremo anche questa”. In questo momento, per noi come per molti altri sportivi, giocare ha la priorità su tutto. Il Covid ha stravolto tutto e anche il nostro mondo ha vissuto un anno in una specie di altra dimensione. Ritrovare il campo, anche se in delle condizioni “anomale”, è molto importante». 
Quindi in un certo senso le sue colleghe l’hanno spiazzata? 
«Un po’ sì. Anche perché quando all’associazione dei giocatori è stata presentata l’ipotesi di un torneo a Doha, la questione della tenuta di gara è stata subito presentata. Era inusuale per noi ma diciamo che ormai eravamo entrate nell’ordine di idee di non giocare con le nostre divise abituali».
Nonostante le condizione meteo?
«Be’ ci sarebbe stato sicuramente da soffrire un bel po’. Ci eravamo attrezzate con magliette e pantaloncini superleggeri per stare un po’ di più a nostro agio ma sicuramente sarebbe stato tutto più complicato».
Beach volley e religione: lei ci ha “sbattuto” già una volta... 
«Sì a Rio siamo state tra le avversarie delle due ragazze egiziane che giocavano coperte».
Cos’ha pensato quando è entrata in campo?

«Partendo dal rispetto assoluto per le loro idee, ero incredula soprattutto per come riuscissero a essere a proprio agio: giocammo dopo pranzo e il sole batteva fortissimo. Non deve essere stato facile giocare così coperte».

 

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Il Messaggero