Gentile ricorda Maradona: «Nell'82 mi diede del picchiatore, non accettò la sconfitta, ma resta il più grande di tutti»

Gentile ricorda Maradona: «Nell'82 mi diede del picchiatore, non accettò sconfitta. Resta il più grande di tutti»
Barcellona, estate 1982, Claudio Gentile ha il compito di marcare Diego Armando Maradona. Quel giorno perse il sonno. L'ex difensore della Juventus e della Nazionale...

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Barcellona, estate 1982, Claudio Gentile ha il compito di marcare Diego Armando Maradona. Quel giorno perse il sonno. L'ex difensore della Juventus e della Nazionale ebbe con il 'Pibe de Oro', in occasione dei Mondiali di Spagna 1982 vinti dagli azzurri di Bearzot, qualche 'attrito' che lasciò poi degli strascichi, tanto che Maradona non volle stringergli la mano. «Lo fermai e non accettò la sconfitta: non volle darmi la maglia e al Mondiale non si fa. Mi deluse. Diego doveva essere la ciliegina sulla torta dell'Argentina campione, non accettò la sconfitta. Mi accusò di averlo picchiato: ma in tutta la mia carriera non sono mai stato espulso. Lui, in quel Mondiale, sì. Come giocatore - conclude Gentile - è stato il più grande di tutti. Riposi in pace». 

 

Ma che tipo di marcatura fu? «Falli ne feci, certo, come sempre nel calcio: ma senza mai picchiare - ricorda ancora Gentile - Due giorni prima della partita, Bearzot venne nella mia stanza e disse: prendi Maradona. Pensavo scherzasse, non era il mio tipo di marcatura: dovevo andare su Kempes. Ma invece il 'Veciò non scherzava. Così mi misi a studiare Diego». Che era un giocatore immarcabile, o quasi. «Con i piedi faceva quel che voleva, inventava giocate imprevedibili di continuo - conclude Gentile -: per me è stato il più grande di sempre, più di Pelè che giocava un altro calcio, e Messi non è paragonabile...Per questo avevo capito che c'era solo un modo per fermarlo: mettersi sulla linea di passaggio e impedire che il pallone gli arrivasse. Ma questo non lo accettò mai. Riposi in pace»

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Il Messaggero