Mancosu: "Mi sono operato di tumore. Ho avuto paura di non poter crescere mia figlia"

Mancosu: "Mi sono operato di tumore. Ho avuto paura di non poter crescere mia figlia"
È struggente la notizia che Marco Mancosu ha diffuso attraverso il suo profilo Instagram qualche ora fa. Il 32enne capitano del Lecce racconta ai suoi followers...

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È struggente la notizia che Marco Mancosu ha diffuso attraverso il suo profilo Instagram qualche ora fa. Il 32enne capitano del Lecce racconta ai suoi followers la difficile esperienza che ha dovuto affrotnare negli ultimi di mesi, dopo aver scoperto di esser stato colpito da un tumore che all'inizio sembrava essere una normale appendicite. Il periodo sicuramente più straziante della vita del calciatore sardo, salentino d'adozione da ormai 5 anni, che alle ha visto subentrare le sfide della vita e della malattia a quelle del campo; sfide che non perdonano però quando le perdi, ma per batterle Mancosu ha potuto contare sulla sua famiglia tutta, la moglie e la figlia in particolar modo.

L'operazione - "Mi sono operato il 26 Marzo. Di tumore. Ho visto un mondo che non avrei mai pensato di conoscere, ho visto il terrore negli occhi delle persone che amo, ho visto il terrore e la preoccupazione di mia moglie che per lo stesso motivo ha perso il padre quest'estate, ho avuto la paura di non poter crescere mia figlia, ho fatto esami nei migliori centri italiani, con affianco gente che ad oggi non so nemmeno se sia viva, se sia riuscita a superare la propria malattia. Là, in quella sala d'aspetto non ci sono ragioni sociali, non conta se sei un avvocato, un calciatore, un presidente o un normalissimo impiegato, là siamo tutti uguali, tutti alle prese con qualcosa che non possiamo controllare".

La stagione - "I medici mi hanno detto che la mia stagione era finita e che dovevo pensare all’anno prossimo,dopo due settimane ero in campo a correre.Dopo un mese sarei dovuto tornare a Milano per sapere se dovessi fare la chemio o meno,non ci sono ancora andato perché voglio fare la cosa che amo di più al mondo,giocare a calcio,poi si vedrà a fine campionato.Io ho già vinto."

Il senso della vita - "La vita può non essere sempre giusta perché non penso che nè io nè nessun altro a questo mondo meriti di avere un tumore ma penso anche che non debba mai mancare il coraggio,il coraggio di affrontare ogni tipo di avversità che la vita ci mette davanti,il coraggio di prendersi responsabilità,il coraggio di mostrarsi deboli ed essere più forti di quanto si creda.Questo per me significa essere UOMO e sinceramente,credetemi,di tutti gli errori che faccio,di un rigore alto o di un errore davanti al portiere,di queste cose non me ne frega un cazzo perchè sono cose che succedono solo a chi si prende la responsabilità di fare,di avere coraggio,di provare,di sbagliare e riprovare ancora.

La confessione - Ho deciso di parlarne solo ora perché prima non mi sentivo pronto,avevo bisogno di viverla in riservatezza con le persone che amo e per questo mi voglio scusare con chi ho mentito per nascondere il reale motivo del mio problema.
Mi sono operato il 26 Marzo e da quel giorno sono ancora più orgoglioso di me stesso e di chi ho affianco."

Un augurio di pronta guarigione va a Marco, capitano del Lecce e capitano nella vita, nella speranza che possa per sempre continuare a segnare il suo gol più importante: la cura della bambina e della moglie.

 

 

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Il Messaggero