Frenata Inter: Mancini è senza regista e il suo film incassa poco

Frenata Inter: Mancini è senza regista e il suo film incassa poco
Indovinello. Il Napoli, in quella zona di campo lì, si consegna a Jorginho e può permettersi un Valdifiori di scorta. La Juventus affida il mazzo di chiavi a...

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Indovinello. Il Napoli, in quella zona di campo lì, si consegna a Jorginho e può permettersi un Valdifiori di scorta. La Juventus affida il mazzo di chiavi a Marchisio e, talvolta, a Pogba. La Fiorentina dice Borja Valero, e hai detto niente. La Roma si rilancia con De Rossi e Pjanic. Di chi parliamo? Del regista. All'Inter dei solisti manca il direttore d'orchestra di cui dispongono tutte le squadre davanti o subito dietro di lei. L'addio ai sogni-scudetto (il passato) e le speranze di Champions (il presente) passano anche da quel lato debole, fianco scoperto su cui possono farsi i propri conti pure gli avversari. La fotografia di Verona è Felipe Melo tolto dal campo per disperazione. Della serie: dategli un litro di camomilla. «Ho capito che non avrebbe finito la partita...». Lo dirà Mancini in sala stampa. Perché Melo è così, a volte entra in modalità-Terminator e un suo cartellino giallo equivale a sentirsi già con l'uomo in meno.


IL CAMBIO

Il ragazzone di Volta Redonda era tra i più attesi del Bentegodi. Dentro per necessità, diciamo per calcolo: c'era Gary Medel diffidato e c'è proprio la Fiorentina di Borja Valero alle porte, al Franchi, il terzo posto in palio. Il cambio di Verona arriva all'intervallo: fuori Melo, dentro Perisic e cabina di pilotaggio a Brozovic con Kondogbia a supporto. Risultato? Qualcosa di meglio, okay. Ma di fatto se il cagnaccio Medel figurava come il totem della mediana nerazzurra, dopo Verona lo è ancora di più. Un tipo, il cileno, che per gli addetti ai lavori resta ottimo operaio di mediana: per Mancini, invece, i piedi sono più educati di quanto si pensi (male?). In ogni caso, la partita della regia è una partita che l'Inter sembra spesso perdere in campo e ch'è già stata persa sul mercato. Storia di poche copertine fa: Pirlo che dice di no e resta in America, il revival italiano di Pizarro che salta per burocrazie di tesseramento, l'idea-Biglia finita nel cassetto. Ormai è una sentenza in bocca a tutti: all'Inter manca un regista. L'ha detto, interrogato in quanto cuore nerazzurro, il grande Roberto Boninsegna. L'ha detto pure, a un certo punto, anche Paolo Bonolis... Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero