Indovinello. Il Napoli, in quella zona di campo lì, si consegna a Jorginho e può permettersi un Valdifiori di scorta. La Juventus affida il mazzo di chiavi a...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
IL CAMBIO
Il ragazzone di Volta Redonda era tra i più attesi del Bentegodi. Dentro per necessità, diciamo per calcolo: c'era Gary Medel diffidato e c'è proprio la Fiorentina di Borja Valero alle porte, al Franchi, il terzo posto in palio. Il cambio di Verona arriva all'intervallo: fuori Melo, dentro Perisic e cabina di pilotaggio a Brozovic con Kondogbia a supporto. Risultato? Qualcosa di meglio, okay. Ma di fatto se il cagnaccio Medel figurava come il totem della mediana nerazzurra, dopo Verona lo è ancora di più. Un tipo, il cileno, che per gli addetti ai lavori resta ottimo operaio di mediana: per Mancini, invece, i piedi sono più educati di quanto si pensi (male?). In ogni caso, la partita della regia è una partita che l'Inter sembra spesso perdere in campo e ch'è già stata persa sul mercato. Storia di poche copertine fa: Pirlo che dice di no e resta in America, il revival italiano di Pizarro che salta per burocrazie di tesseramento, l'idea-Biglia finita nel cassetto. Ormai è una sentenza in bocca a tutti: all'Inter manca un regista. L'ha detto, interrogato in quanto cuore nerazzurro, il grande Roberto Boninsegna. L'ha detto pure, a un certo punto, anche Paolo Bonolis... Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero