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Mancini, nella notte di Danzica, riparte dall’Italia migliore (o quasi) che gli ha permesso di fare l’en plein nelle qualificazioni europee: 10 vittorie in 10 partite. Sarà la Nazionale vera, insomma, ad affrontare la Polonia nel 3° turno della Nations League. La distinzione è d’obbligo perché il ct, mercoledì a Firenze, si è affidato a quella sperimentale che, pesando la prestazione nell’amichevole contro la Moldovia, lo ha reso sicuramente più ricco: anche i ricambi sono all’altezza dei titolari. Nel gioco e nella mentalità. Di sicuro nello stile richiesto dal nuovo corso che punta sull’aggressività e sulla qualità. Ancora di più sul coinvolgimento di chi va in campo. Pur cambiando gli interpreti, ecco l’identico risultato: show e gol a raffica, già 53 reti in 22 partite (media di 2,4 a match). Aumenta, insomma, la scelta verso l’Europeo itinerante di giugno. Messaggio per chi avrà spazio stasera all’Energa Stadion. Il posto va difeso. In campo e nella lista dei 23 convocati per la competizione continentale.
IN VIAGGIO DA LEADER
L’Italia è l’unica imbattuta del gruppo A1. È in testa con 4 punti davanti all’Olanda, nel pomeriggio contro la Bosnia a Zenica e mercoledì avversaria degli azzurri a Bergamo, e proprio alla Polonia che sono a quota 3.
CHIELLINI IN DUBBIO
«È da anni uno dei migliori attaccanti al mondo, ma l’Italia ha da sempre grandi difensori: se sta bene, toccherà a Chiellini marcarlo» chiarisce il nostro ct. L’alternativa al capitano è Acerbi. Il collega Brzeczek, senza Zielinki che è in quarantena per il Coronavirius, potrebbe affiancargli Milik, escluso dal Napoli sia nella lista di campionato sia in quella di Europa League. A proposito di Covid-19, la Polonia è zona gialla: l’uso delle mascherine è obbligatorio e l’accesso allo stadio (aperto per il 25% della capienza) disciplinato da regole rigide. Cresce, dunque, la preoccupazione pure lì. La federcalcio polacca, guidata dal presidente Boniek, ha già diffuso il vademecum per i tifosi. Che saranno meno degli annunciati 10.000. Venduti circa 8000 biglietti. Nessun passo indietro di Mancini sull’appello fatto ad inizio settimana sulla riapertura degli stadi: «Ho espresso una mia idea. E finché viviamo in una democrazia, possiamo avere idee diverse, l’importante è che ci sia il rispetto». Nemmeno Gravina è riuscito a convincerlo ad ammorbidire la sua posizione.
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Il Messaggero