Mancini, l'Italia a sua immagine e somiglianza

Mancini
La striscia record dei successi consecutivi per superare addirittura Pozzo (10), l’en plein di vittorie nel 2019 e nel gruppo J (9), l’imbattibilità allungata...

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La striscia record dei successi consecutivi per superare addirittura Pozzo (10), l’en plein di vittorie nel 2019 e nel gruppo J (9), l’imbattibilità allungata nelle qualificazioni europee (39 partite e più di 13 anni), la promozione anticipata a Euro 2020 (3 giornate) e la certezza di essere testa di serie al sorteggio del 30 novembre a Bucarest (pericolo CR7): i risultati certificano la svolta della Nazionale, veloce e spavalda nella riabilitazione dopo il fallimento di 2 anni fa nel play off contro la Svezia e l’esclusione dal mondiale in Russia. Ma il riscatto azzurro va oltre i numeri delle 18 partite della nuova éra. Perché l’Italia gioca (e diverte) alla Mancini. A immagine e somiglianza del ct che l’ha rivalutata. In campo interpreti tecnici, come è stato lui da calciatore. Ieri raffinato nel piede e oggi nella scelta.


TIMBRO D’AUTORE
La credibilità di Mancini ha fatto la differenza dentro lo spogliatoio: i giocatori si fidano, lo seguono e lo imitano. E si è allarga pure fuori: è difficile sorprendere il ct impreparato. Sa di che cosa parla. Ha già convocato 65 giocatori, ma presto ha abbassato l’età media (anche venerdì contro la Bosnia 25,6). Giovani e di qualità: da venerdì, con Castrovilli e Gollini, sono 22 i suoi debuttanti. Con loro i senatori Bonucci, Jorginho (il più utilizzato: 1403 minuti) e, quando tornerà, Chiellini. La sua firma l’ha messa un po’ ovunque, a cominciare dalla formula del doppio play con Verratti accanto a Jorginho. Ha svezzato Barella e Sensi, coinvolto Pellegrini, imposto Emerson, insistito su Acerbi, iniziato Mancini da terzino, chiamato Zaniolo prima del debutto in A messo subito in campo il millennial Kean. E, proprio a Zenica, si è concentrato su Florenzi, Bernardeschi e Insigne facendo un regalo a se stesso e alla Nazionale, ma anche alle loro società dove ultimamente i 3 titolari azzurri sorridono a fatica.

GRUPPO (QUASI) INDIVIDUATO
«Non penso a nuovi innesti. La scadenza di giugno è troppo vicina per fare altri esperimenti». Mancini ha già in testa i 23 per l’Europeo: giusto 3-4 dubbi, legati al rendimento dei singoli in questa stagione. I 3 portieri saranno Donnarumma, Sirigu e Meret, anche perché Cragno si è fatto male e Gollini ha appena debuttato. Da completare l’elenco degli 8 difensori: sicuri Florenzi, Bonucci, Acerbi ed Emerson. Se recupera, come sembra, Chiellini rischia Romagnoli perché con lui i centrali mancini diventerebbero 3 su 4. Ecco che avanza Mancini (il giocatore), utilizzabile anche terzino e mediano. Mancano 2 terzini: Di Lorenzo e D’Ambrosio si giocano il posto a destra. Spinazzola, invece, deve giocare con continuità, come De Sciglio: entrambi hanno il vantaggio di trovarsi bene sia a destra che a sinistra. Il mancino comunque c’è: Biraghi. Da scegliere l’ultimo dei 6 centrocampisti, dando già per scontata la convocazione di Barella, Jorginho, Verratti, Sensi e Pellegrini. Cristante, penalizzato dal lungo stop, è in bilico. Tonali, capace di fare il play e anche l’aiuto regista, sfida Zaniolo, utilizzato nel club da esterno e non da mezzala come lo vede il ct. La sorpresa può essere Castrovilli. In attacco pronti 5 su 6: Belotti, Immobile, Bernardeschi, Insigne e Chiesa. Restano in ballo per l’unica maglia a disposizione El Shaarawy, Kean e Berardi. L’outsider è Orsolini. Balotelli prova a recuperare terreno: «Sa benissimo che se si meriterà di giocare potrà tornare in azzurro proprio come gli altri» chiarisce il ct sul centravanti schierato ad inizio percorso.

VERIFICA ALLARGATA

C’è anche l’altra Italia da scoprire. Mancini sa di avere almeno un’alternativa per ruolo e approfitta della partita di domani sera a Palermo contro l’Armenia per far aumentare il minutaggio di qualche azzurro. In partenza la Nazionale dovrebbe essere diversa per nove-undicesimi da quella schierata a Zenica contro la Bosnia, con la conferma, dopo la verifica di oggi pomeriggio alla stadio Barbera, solo per Bonucci e Jorginho. Possibile formazione: Sirigu; Di Lorenzo, Bonucci, Romagnoli, Biraghi; Zaniolo, Jorginho, Castrovilli; Orsolini, Immobile, Chiesa. La scelta definitiva dopo la rifinitura: qualche chance in attacco pure per El Shaarawy, come per Izzo in difesa. In palio l’ennesimo primatoper il ct: 10 vittorie nell’anno solare . Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero