Manchester Utd, i Diavoli Rossi sono tornati

Manchester Utd, i Diavoli Rossi sono tornati
ROMA Sir Alex Ferguson, in fondo, è riuscito in un'altra delle sue infinite acrobazie. Oggi il Manchester Utd allenato da Louis van Gaal dorme sereno in vetta alla...

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ROMA Sir Alex Ferguson, in fondo, è riuscito in un'altra delle sue infinite acrobazie. Oggi il Manchester Utd allenato da Louis van Gaal dorme sereno in vetta alla classifica della Premier League, si è guadagnato, e meritato, un punto di vantaggio rispetto ai cugini del City e promette di continuare a volare in un cielo finalmente libero dalle nuvole, e non più esposto ai venti della critica. Nelle prime sette giornate del campionato i Red Devils hanno raccolto una sconfitta (con lo Swansea...), un pareggio a Newcastle e cinque successi rotondi, conquistati non per un caso nell'arco delle ultime tre partite. Dodici gol firmati, appena cinque subìti. Sabato, al triplice fischio dell'arbitro Jones, nella cornice dell'Old Trafford si è chiuso un cerchio. Liquidato il modesto Sunderland grazie a Depay, Rooney e Mata (3-0), come si diceva lo United è planato al vertice. Non accadeva da 770 giorni, 110 settimane esatte; ovvero da sabato 17 agosto 2013, la data del primo turno del campionato 2013/2014.

WOLFSBURG E ARSENAL

Il cuore della scena l'ha rubato van Gaal, è ovvio, eppure non è sbagliato considerare Ferguson come il regista occulto della rinascita dello United. Perché, lasciando la panchina dell'Old Trafford al tramonto della stagione 2012/2013, Sir Alex ha impresso una viva accelerazione alla biglia del club, se è vero che ha anticipato il momento dei saluti e ha compresso di riflesso i tempi legati alla rifondazione tecnica e tattica della squadra. Insomma, Ferguson non ha voluto aspettare che fosse troppo tardi o, peggio, che lo scenario cominciasse a smottare senza controllo: ha preferito piuttosto ribaltare il quadro prima di esserne obbligato. Chiudere prima, per rialzarsi prima. È stato un capolavoro gestionale. E a beneficiare dei frutti sono stati sia lui che la stessa società. Era chiaro a tutti però che il nuovo camminare del club dovesse passare fra le sponde della difficoltà. E va ricordato che lo United, specie nell'annata 2013/2014, ha vissuto un lungo martirio, segnato ad esempio dall'esonero del tecnico Moyes, dall'arrivo in emergenza di Giggs e, infine, da un settimo posto in classifica francamente umiliante. Così la squadra è stata affidata nell'estate del 2014 a van Gaal, allora fresco di terzo posto mondiale con l'Olanda. A curare le trattative, sempre Ferguson, divenuto direttore sportivo della società. Un'ombra, sempre presente, ma mai invadente. I due campioni della panchina, Alex e Louis, hanno dato subito forma (e sostanza) a una rivoluzione della rosa del Manchester Utd, esentando figure storiche come Vidic, Rio Ferdinand, Hernandez, Welbeck e Nani, e acquisendo campioni tipo Di Maria, Shaw, Ander Herrera e Falcao. Per oliare l'ingranaggio il manager olandese ha forse impiegato troppo, ma se non altro i Red Devils hanno acciuffato la qualificazione alla Champions. Oggi l'attualità racconta che l'evoluzione della manovra e dell'organico è a regime. Avendo speso 139,7 milioni di euro durante la scorsa estate, van Gaal si è assicurato l'ottimo Darmian, Schneiderlin, Depay e Schweinsteiger, oltre che Martial, pagato la follia di 80 milioni. Certo, l'avventura in Champions è cominciata con la sconfitta subìta contro il Psv, però dopodomani all'Old Trafford arriverà il Wolfsburg, e sarà una buona occasione per decollare. Fedele al 4-2-3-1, e potendo disporre di campioni come Mata, Rooney, Depay e Martial, van Gaal ha capito che se si fosse sottratto ai problemi, loro si sarebbero sommati. Adesso le trame scorrono lineare ed efficaci. E, domenica, la sfida con l'Arsenal.
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Il Messaggero