Malagò: «Vietare gli striscioni? Si può fare. Non temo contestazioni a Roma-Atalanta»

Malagò: «Vietare gli striscioni? Si può fare. Non temo contestazioni a Roma-Atalanta»
«Non sono preoccupato». Questo il commento di Giovanni Malagò, presidente del Coni, al match Roma-Atalanta in programma domenica all'Olimpico e del rischio di possibili...

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«Non sono preoccupato». Questo il commento di Giovanni Malagò, presidente del Coni, al match Roma-Atalanta in programma domenica all'Olimpico e del rischio di possibili tensioni, dopo la decisione del giudice sportivo di chiudere per un turno la curva Sud per lo striscione contro la mamma di Ciro Esposito e le dure parole del presidente giallorosso James Pallotta contro gli ultrà. I tifosi della Roma ieri hanno diffuso un messaggio in cui si invitano gli abbonati della Sud a farsi trovare comunque nei pressi dell'Olimpico.




«Sono sincero, non mi sento di dire che sono preoccupato. Quando uno ha avuto negli ultimi 10 gioni Roma-Napoli e Frosinone-Latina, con Ternana-Perugia che sta arrivando...», ha ribadito Malagò. «Siamo in un paese libero e democratico, ognuno può esprimere le proprie opinioni e lì l'argomento deve finire -ha evidenziato il n.1 dello sport italiano-. Io penso che ognuno debba avere rispetto nei confronti di una madre che ha subito quello che tutti noi conosciamo. Poi per quanto riguarda tutto il resto finiamola qui che è meglio».



Sulla proposta del presidente Tavecchio di vietare gli striscioni, il numero 1 del Coni non ha dubbi: «Gli striscioni fanno parte da sempre della nostra storia del tifo, del nostro folklore e delle nostre tradizioni, ma sinceramente se questo aiuta a risolvere parte dei problemi che ci sono intorno al calcio non credo sia un dramma assurdo vietarli. Anche perchè, negli altri Paesi europei calcisticamente evoluti, non sanno neanche di cosa di parla. Questo non vuol dire non avere striscioni ufficiali del tifo organizzato, anche dei club, di chi viene da parti diverse rispetto alla città dove gioca la squadra - precisa -, sono due cose diverse e anche questo va spiegato bene». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero