Lazio, Lulic operato per una infezione alla caviglia

Lazio, Lulic operato per una infezione alla caviglia
Lazio senza Lulic per almeno un mese. Buio sulla fascia sinistra nella corsa al tricolore. Si dovrà accendere per forza Jony nelle prossime cinque partite. Il capitano ieri...

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Lazio senza Lulic per almeno un mese. Buio sulla fascia sinistra nella corsa al tricolore. Si dovrà accendere per forza Jony nelle prossime cinque partite. Il capitano ieri è stato operato alla caviglia sinistra: non salterà soltanto l’Inter, ma anche Genoa, Bologna e Atalanta. E’ flebile la speranza di rivederlo con la Fiorentina e, se si arrivasse al 21 marzo col Torino, non è da escludere nemmeno che il bosniaco possa rientrare direttamente dopo la sosta. La Lazio non si è sbilanciata sui tempi di recupero, anche perché Senad è arrabbiato, ha avuto paura e ora ha intenzione di prendersela con molta calma. Anche se il 25 marzo ha dato appuntamento alla sua Nazionale per lo spareggio europeo contro l’Irlanda. Al momento dell’annuncio del suo ritorno, non aveva però fatto i conti con questa mannaia. La vicenda è piuttosto contorta e delicata: il capitano si trascinava dietro da tre mesi il problema. Dopo ogni partita si recava per fare cure specifiche in Paideia ogni lunedì sera. Ha giocato con le infiltrazioni ogni gara, sin quando la scorsa settimana non si è ritrovato una zampogna. E’ sorta un’infezione alla caviglia, per questo si è resa necessaria una pulizia in artroscopia. L’ ha effettuata il dottor Monachino, è perfettamente riuscita. Un lavaggio con l’antibiotico perché c’era pure il rischio che il problema si espandesse all’osso. 

ALTERNATIVA
Pericolo al momento scampato, si spera che Lulic possa rientrare al più presto. Lo spera pure Inzaghi, che ieri è andato subito a trovarlo un’ora dopo la fine dell’intervento chirurgico. E’ stato fatto tutto quasi in gran segreto e in fretta e furia, Senad era lì dalla mattina. Verrà dimesso oggi e inizierà subito un protocollo riabilitativo per rientrare quanto prima. Magari nelle prossime settimane ai box avrà il tempo di chiudere il discorso rinnovo (di un anno) con la società. Eppure Inzaghi adesso deve pensare solo a chi lo sostituirà. Jony non ha sfigurato a Parma con la Lazio però in assoluto dominio nel possesso palla. Contro l’Inter sarà un’altra storia, lo spagnolo deve ancora riscattare l’erroraccio su D’Ambrosio dell’andata. Sbagliò la diagonale e si fece sopraffare di testa davanti alla porta. Da quell’ultima sconfitta (25 settembre) però sono passati quasi cinque mesi di rodaggio (20 presenze) fra campionato ed Europa. Marusic dirottato a sinistra potrebbe essere un’altra alternativa più fisica, ma non sono certo confortanti gli unici due precedenti biancocelesti contro Bologna (1 a 1, il 18 marzo del 2018) e Atalanta (la sconfitta per 3 a 1 del 5 maggio all’Olimpico della scorsa annata). 
MERCATO

Non si può ancora contare invece sul rientro dal primo minuto di Lukaku. Una sfida col fratello maggiore interista sarebbe suggestiva, ma Jordan non è ancora in grado di sostenerla. Da Formello assicurano che - dopo la seconda operazione al ginocchio in Belgio - non si sia mai impegnato nel recupero come stavolta, ma ancora può partire solo dalla panchina e entrare al massimo in corsa. Diventerà però fondamentale in questo mese fargli ritrovare al massimo la forma. Perché la Lazio a gennaio ha deciso di rischiare ancora e di lottare soltanto con le risorse in casa. Eppure col senno di poi sarebbe servito come il pane un innesto persino su quella fascia. Sono stati rifiutati Coentrao e Ghoulam perché il metodo biancoceleste è sempre quello d’intervenire soltanto in caso di necessità. Nessuna prevenzione, solo cura. Come ha spiegato bene il ds Tare dopo il mancato acquisto di Giroud come punta: «Avevamo deciso di farlo soltanto dopo l’infortunio di Correa». Allora poi non bisogna lamentarsi della sfortuna o dei guai in infermeria. Sinora è andato tutto sin troppo bene, ma non si scherza. Inutile ampliare pure lo staff medico (c’era il dottor Franceschi insieme a Rodia a Lazio-Samp a visitare Milinkovic e Strakosha) quando si gioca d’azzardo con una rosa ristretta. 
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Il Messaggero