Fabio Capello: «Lukaku mi ricorda Batistuta: il fisico fa la differenza. Con lui è facile vincere»

"Non lo vedo bene in coppia con Belotti"

Fabio Capello: «Lukaku mi ricorda Batistuta: il fisico fa la differenza. Con lui è facile vincere»
Capello, con Lukaku è Roma da scudetto? «Al momento non possiamo dirlo. Dipende da tanti fattori». Lukaku...

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Capello, con Lukaku è Roma da scudetto?


«Al momento non possiamo dirlo. Dipende da tanti fattori».

Lukaku alla Roma, l'attaccante che voleva Mourinho: come giocheranno i giallorossi

Ad esempio?
«Intanto la perdita di Matic deve essere valutata, un calciatore di quel tipo, con quella esperienza non è facile da sostituire. Quindi dipenderà da come si inseriranno gli altri centrocampisti, da Sanches ad Aouar e Paredes. Comunque mi sembra una buona base». 

Lukaku è come il suo Batistuta?
«La Roma in quegli anni aveva cominciato una programmazione per arrivare al titolo: prima di Gabriel arrivarono Emerson, Samuel. Bati fu l’elemento finale, determinante. Lukaku, come lui, è uno di quei calciatori che fanno la differenza. Soprattutto fisicamente. Nel calcio di adesso, certi giocatori spostano gli equilibri: basti vedere il City, arrivato al top con uno come Haaland». 

E in Italia soprattutto, la fisicità, fa la differenza, no?
«Esatto. Da noi non ci sono difensori in grado di fermare calciatori come Lukaku. Mentre all’epoca di Batistuta, sì. Era un po’ diverso».

Batistuta fu decisivo per lo scudetto.
«E’ stato un formidabile giocatore d’area. Implacabile. Potente. Lukaku è un po’ meno, anche se per la Roma è un ottimo rinforzo. In attacco è sicuramente migliorata. Romelu è uno che sa fare gol e bravo ad aprire gli spazi per i compagni. Lui è uno che vince facile».

Lo vede in coppia con Belotti?
«Non tanto».

Eppure, il Gallo aveva cominciato bene.
«Sì e a dire il vero mi sembrava strano che non facesse gol. Nella sua carriera li ha sempre fatti e ora ha ricominciato. E’ un bene pure per la Nazionale di Spalletti».

Lei aveva Montella alle spalle di Batistuta e all’epoca i problemi non furono pochi, giusto?
«Io non avevo problemi. L’abbondanza non lo è mai. I problemi ce li avevano i calciatori “egoisti”, che pensano solo a giocare sempre e si arrabbiavano». 

E’ stato bravo lei a tirare fuori il meglio da tutti.
«Sarà bravo Mou a fare lo stesso con i suoi». 

Lukaku è fermo da un po’ di tempo, secondo lei avrà lo spirito giusto per cominciare subito bene?
«Dipenderà da come si è allenato, quando sarà pronto. Con quel fisico non è facile trovare subito la condizione, ha bisogno giocare dopo l’estate turbolenta che ha vissuto». 

Lei nel 2000-2001 ha trovato l’equilibrio tattico con Delvecchio. Mou come farà?
«Troverà la soluzione, non mi permetto di dare consigli. Di sicuro è impossibile giocare senza gli attaccanti che danno una mano in fase difensiva». 

Lei nella sua carriera ha allenato sia centravanti raffinati come van Basten sia forti fisicamente come Batistuta. Si è fatto un’idea se sia meglio una tipologia o l’altra?


«E’ difficile dirlo, a volte hai bisogno di uno, a volte dell’altro. Io penso sempre che la caratteristica che non deve mancare a un calciatore sia l’intelligenza. E questo vale non solo per gli attaccanti». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero