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È Luis, il vaccino. Scorre nel suo sangue, la pozione del Sarrismo. Due, massimo tre tocchi, è un’iniezione di calcio. Dopo Inzaghi, nemmeno Mau può rinunciare più al suo turbo fatato. Se n’è accorto il giorno stesso che il Mago ha rimesso piede ad Auronzo, con la Triestina ha solo rafforzato il suo pensiero. Da mezzala Luis Alberto fa girare tutta la Lazio. Così il Comandante lavora sul suo carattere spigoloso e lo spagnolo appare trasformato. Morbido, disponibile, col sorriso. In una settimana da ribelle anarchico a cecchino assoldato. In anticipo all’appuntamento col bersaglio, capocannoniere dell’estate della Lazio. Scusate il ritardo, non incide sul risultato. Sorpasso sui bomber di mestiere, Caicedo e Muriqi a quota 4 gol, lo spagnolo è già a sei nel tabellino. Non solo, prima il timbro-lampo, poi due assist su calcio piazzato proprio per Muriqi e Radu. Sarri è pure medico: ha curato il numero 10 per il bene della Lazio. Perché Luis Alberto mostra anche la voglia di pressare e ringhiare all’avversario come un tempo. Sorpreso persino, Lotito, che finalmente ci ha parlato e stretto un patto: se proseguirà con questo atteggiamento disciplinato e arriveranno offerte da 45-50 milioni, sarà accontentato. Luis Alberto voleva dire addio, ma ha un contratto ancora lungo e deve rispettarlo. Il presidente dopodomani rientrerà da Auronzo nella capitale, ma è già stato chiaro. Mantiene il silenzio invece con Peruzzi, che non ha ancora firmato la rescissione perché pretende i premi europei e gli ultimi tre mesi di stipendio, pur non avendo più lavorato. Ormai certa la separazione col club manager, il rapporto si era già deteriorato a novembre proprio con la difesa di Luis Alberto dopo la sua uscita sull’aereo.
IMMUNITÀ DI GRUPPO
Basta capricci e parole fuori luogo, ora Luis Alberto è vaccinato. Non più figliastro, è un segnale pure l’ultimo passo indietro. Lo spagnolo aveva prenotato la monodose Johnson il prossimo 28 luglio. Ieri mattina ha deciso di andare incontro alla Lazio e di immunizzarsi col resto del gruppo ad Auronzo: «Il club ha sentito l’obbligo di dare un esempio di senso civico – sottolinea Lotito - e soprattutto di tutela della salute dei propri atleti e di tutti coloro che vi entrano in contatto». Niente prima dose di Pfizer soltanto per chi si era vaccinato da solo né per Vavro e qualcun altro uscito dal Covid da poco, con gli anticorpi ancora in circolo. È un green pass anche per il Protocollo, un risparmio importante (tantissimi tamponi in meno) sul bilancio.
LA NUOVA LINEA A QUATTRO
Ora va debellato il virus dell’indice di liquidità con la cessione da 25-30 milioni di Correa per chiudere Brandt e Basic e ogni altro tesseramento.
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Il Messaggero