BERGAMO Totti, Gervinho, Iturbe, Destro, Florenzi. E Ljajic. Se ci si fermasse alle classifiche dettate dall’immaginario collettivo o semplicemente alle gerarchie ipotizzate...
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Come a Parma, però, anche in casa dell’Atalanta, la sua rete si è rivelata decisiva, così come la sua prestazione, ottima, anche solo considerando che in entrambi i gol c’è il suo zampino: al 23’, ricevendo palla da Pjanic e trovando il destro a girare nell’angolino, al 42’ servendo la palla del sorpasso a Nainggolan. Cattiveria sotto porta e altruismo, due doti che possono trasformare l’ex viola da uno dei tanti ad arma unica per Garcia. Che, conoscendo il giocatore, a inizio campionato aveva voluto incoronarlo come elemento potenzialmente decisivo, anche quando in pochi credevano in lui.
Scivolati gradualmente via gli spettri di polemiche vecchie e nuove (l’ultima in ordine di tempo è il gesto del silenzio dopo il gol al Torino: lui stesso –attraverso i social network- aveva poi spiegato come il gesto fosse rivolto alla stampa e non ai tifosi), Ljajic, stando a quanto visto a Bergamo, è attualmente l’attaccante più in forma della Roma. Eppure, martedì a Mosca, in una delle partite più importanti dell’anno, potrebbe essere obbligato nuovamente a partire dalla panchina. Ma se questo è davvero un nuovo Ljajic, non sarà certo un dettaglio del genere a fermarlo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero