Un anno e otto mesi dopo la Lega di serie A si ritrova di nuovo punto e a capo: senza un presidente. «La chiusura dell’istruttoria sulla mia nomina avvenuta venti mesi...
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CICALA COMMISSARIO
Il numero uno della Figc, Gabriele Gravina che nei giorni scorsi (anche domenica a Palermo) aveva parlato con Micciché, ha immediatamente convocato un consiglio federale. All’ordine del giorno una riflessione sulla possibilità che venga nominato un commissario ad acta per modificare lo statuto al fine di redistribuire i poteri tra presidente di Lega e Ad. A ispirare la riflessione proprio le parole di Micciché che denuncia le «difficoltà derivanti da uno statuto che non consente di operare compiutamente secondo regole di normale corporate governance». Nessuna volontà d’ingerenza ma la voglia di dare continuità ad una Lega di per sé funzionante. Il commissario avrà anche il compito di consentire che ci siano le condizioni per arrivare alle elezioni secondo dei tempi che verranno dettati dal Consiglio Federale. Il commissario, per volontà dello stesso Gravina, sarà una persona di garanzia dunque né un tecnico né un politico. Si fa il nome del professor Mario Cicala, nominato il primo ottobre scorso capo dell’Organismo di Vigilanza della Figc e membro dell’odv della Lega. Lega che si è subito mossa e ha convocato un’assemblea elettiva per il 2 dicembre a Milano. Senza un presidente e un vice (mai nominato) a guidare sarà l’ad Luigi De Siervo? Resta anche l’assemblea già convocata per lunedì 25 novembre in cui si parlerà di diritti tv e dell’offerta di Mediapro.
A VIA ALLEGRI
Intanto oggi la Procura della Figc consegnerà al Gravina anche la relazione stilata dopo la chiusura dell’attività istruttoria. Quello che l’ufficio del procuratore Pecoraro ha sottolineato nel fascicolo è l’evidenza palese dell’irregolarità dell’assemblea. In particolar modo si dimostra la violazione dello statuto in quanto si è proceduto per votazione palese e non scrutinio segreto. In una subordinata c’è anche il fatto che il voto della Roma non sia valido. Nel verbale i poteri di voto vengono dati all’ad Gandini ma a votare è poi il dg Baldissoni. La norma dello statuto modificata dalla Lega (necessità dell’unanimità e non della maggioranza qualificata per chi ha ricoperto incarichi in istituzioni private che hanno rapporti con i club) aveva bisogno anche della ratifica della Figc. Firma che arriva però solo settimane dopo l’elezione. Nessuna conseguenza per Malagò allora commissario della Lega di A. Non ci sarà nessun procedimento. D’altronde esiste anche un parere del Collegio di Garanzia a firma di Franco Frattini (contenzioso con la Federnuoto del 2014) che sentenzia come il presidente del Coni non possa essere giudicato da un organismo endofederale. Tanto più che non era nemmeno tesserato per la Figc.
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Il Messaggero