Le scuderie di calciatori macine di soldi

Le scuderie di calciatori macine di soldi
ROMA Provate a sommare i 32 milioni del solo stipendio annuo incassati da Cristiano Ronaldo ai 23 di Thiago Silva e ai 9 di Diego Costa e il totale di 64 milioni è ancora...

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ROMA Provate a sommare i 32 milioni del solo stipendio annuo incassati da Cristiano Ronaldo ai 23 di Thiago Silva e ai 9 di Diego Costa e il totale di 64 milioni è ancora molto lontano dagli 85 milioni di euro guadagnati nel 2015 dal loro procuratore, il portoghese Jorge Mendes, padre-padrone del mercato.

Di fronte all'oggettiva impossibilità di controlli efficaci e allo strapotere dei procuratori, la FIFA ha deposto le armi ad aprile dell'anno scorso: totale deregulation, con la delega di regolamenti nazionali alle singole Federazioni. Vi dice niente quell'annosa battaglia giuridico-economica, combattuta su ben altri fronti, che va sotto il nome di conflitto di interessi? Bene, nel calcio il problema non scuote nessuna coscienza:può accadere che in una singola trattativa, lo stesso agente rappresenti gli interessi del calciatore, ma anche quelli della società che acquista e di quella che vende, sia anche il rappresentante di 1 o dei 2 allenatori e magari possieda una quota dei diritti economici del calciatore.
Uno dei casi emblematici documentati dal giornalista-scrittore Pippo Russo nel suo libro (L'orgia del potere) uscito con un tempismo profetico, alla vigilia dello scandalo internazionale sulle presunte evasioni fiscali dei personaggi del calcio. La vicenda di Mendes è la classica punta dell'iceberg, ma le scuderie in mano agli agenti macinano soldi e fanno il mercato, con un fascino che subiscono anche molti dirigenti, italiani e non, per convenienza o per comodità. A fine anno, Mendes si aspetta di ricevere a Dubai per il sesto anno consecutivo il premio come miglior agente. In lizza anche gli italiani Raiola e Branchini. Bella lotta.
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Il Messaggero