Le memorie di Mauro Icardi fuori dal tempo e dalla realtà

Le memorie di Mauro Icardi fuori dal tempo e dalla realtà
La domanda che da ieri pomeriggio tormenta un po' tutti, non solo il direttore sportivo dell'Inter Ausilio, è la seguente: «A 23 anni che autobiografia si...

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La domanda che da ieri pomeriggio tormenta un po' tutti, non solo il direttore sportivo dell'Inter Ausilio, è la seguente: «A 23 anni che autobiografia si potrà mai scrivere ?». Per quanto bravo e affermato, Mauro Icardi ha ancora tanta strada calcistica da fare per potersi raccontare in un libro. Soprattutto, sembra evidente, deve ancora imparare quanto pesano le parole, dette e scritte, di uno che ricopre il suo ruolo. La furia dei tifosi dell'Inter dallo stadio si è riversata fin sotto casa sua, facendo diventare la ricostruzione dei fatti della gara contro il Sassuolo del febbraio 2015, un caso pesante e sgradevole. Problema Icardi a parte, la sconfitta con il Cagliari suona come una sentenza. L'Inter di de Boer non è ancora una squadra e l'immagine di una formazione in grado di competere ad alti livelli è quasi svanita. Partendo da Napoli passando da Milano e atterrando a Verona, l'ottava giornata ha aperto nuovi scenari. I valori del campionato hanno subito interessanti variazioni. Solo quello della Juventus appare forte e stabile. Superando, nonostante le assenze, in modo autoritario la formazione di Sarri, la Roma si è automaticamente candidata al ruolo di rivale più credibile della Juventus. La squadra di Spalletti ha dato dimostrazione di duttilità tattica, grande potenzialità offensiva e disponibilità al sacrificio. In 90 minuti ha ottenuto molto di più dei tre importantissimi punti in classifica: acquistato consapevolezza e messo a nudo i limiti della più diretta rivale. Come la Roma anche il Milan ha dato un segnale forte alle concorrenti. Vincere con il Chievo, e affiancare i giallorossi al 2° posto, non sono cosa da poco. Ha assestato un colpo prezioso alla sua stagione nel momento giusto, proprio quello che ha fallito la Lazio. Guardando le prestazioni, oltre la classifica, delle squadre, la sensazione che, oltre ai calciatori, la bravura degli allenatori sia fondamentale e faccia la differenza, è molto forte.

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Il Messaggero