Lazio, tunnel senza fine con Di Bello: i tifosi gli chiesero i danni nel 2017 e c'era sempre lui nel derby di Strootman

Non è la prima volta che una partita della Lazio termina in polemica con il fischietto di Brindisi

Lazio, Di Bello
Non è il primo arbitro a far infuriare la Lazio in questa stagione, ma di certo Di Bello è quello che l'ha combinata più grossa. Un possibile rigore...

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Non è il primo arbitro a far infuriare la Lazio in questa stagione, ma di certo Di Bello è quello che l'ha combinata più grossa. Un possibile rigore negato, tante esitazioni sulle infrazioni del Milan, 14 cartellini totali, di cui 11 gialli e 3 rossi, questi ultimi tutti rivolti a calciatori biancocelesti. La peggior direzione di gara quest'anno, al punto che a fine partita è tornato a farsi sentire addirittura il presidente Lotito: «Non parlo con gli arbitri, non conosco nemmeno chi sia Di Bello, ho visto solo come ha arbitrato, non rientra nel mio costume parlarci. Noi abbiamo sempre avuto rispetto, ma oggi capiamo che dobbiamo rivolgerci ad altre entità che possano ristabilire la terzietà nel sistema».

Di Bello recidivo: i tifosi laziali gli fecero causa nel 2017

Le incompresioni della Lazio con Di Bello però partono da lontano. Nonostante quanto accaduto ieri infatti il fischietto di Brindisi ha fatto anche di peggio. Impossibile dimenticare Lazio-Torino del 12 dicembre 2017, quando Di Bello (Var) e Giacomelli (arbitro) a suon di errori condannarono i biancocelesti di Inzaghi a un ko casalingo (1-3) decisivo a fine stagione per la mancata qualificazione in Champions League. Il minuto incriminato è il 45' del primo tempo: mancata revisione sul colpo di mano di Iago Falque in area che, anziché il rigore per la Lazio, comporta l'espulsione di Immobile per il faccia a faccia con Burdisso. Un abbaglio clamoroso che due settimane dopo spingerà i tifosi biancocelesti, tramite lo studio legale Previti, a notificare il risarcimento dei danni causati a ogni singolo tifoso, «leso nel proprio diritto di poter vivere la propria passione sportiva al riparo da condizionamenti illeciti, in quanto fondati su condotte connotate da inaccettabili profili di colpa».

Quel tuffo di Strootman nel derby

Tra le tante disattenzioni di Di Bello i tifosi biancocelesti non dimenticano nemmeno quella nel derby del 30 aprile 2017. Kevin Strootman, allora centrocampista della Roma, a fine primo tempo si tuffa in area per un contatto con Wallace che in realtà non c'è, ma il direttore di gara, in quel caso Orsato, concede il rigore (poi trasformato da De Rossi). A quell'epoca ancora non c'era il Var, ma l'arbitro per i contatti dubbi nell'area poteva avvalersi dell'aiuto dei giudici di linea. In quel occasione c'era proprio Di Bello, che nonostante fosse a 2 metri dall'azione non ha corretto la decisione del fischietto di Schio. Un altro errore macroscopico passato in secondo piano solo per la vittoria finale dei biancocelesti (1-3).

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Il Messaggero