Guantoni in alto. Già passata l'angoscia, può esultare Strakosha. E anche la Lazio in vista del derby. Perché ormai le occasioni avversarie (18 per Juve e...
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LA SCELTA
Tutto sulle orme di papà Fotaq, ex portiere e pilastro per 15 anni della Nazionale. Il suo riferimento, per serietà e applicazione, ma anche il suo agente e consigliere personale: «C'era anche la Roma su Thomas, il ds Tare è stato bravo a strapparlo all'altra sponda». Quindi lo scorso primo marzo l'esordio nel derby d'andata di Coppa con una parata capolavoro su un tiro di Emerson deviato da Dzeko; il 30 aprile almeno due interventi mozzafiato sul bosniaco e uno su Salah nel ritorno di campionato (1-3). In quest'inizio di stagione ha fatto ricredere anche gli ultimi scettici sulla sua titolarità, Strakosha è cresciuto ancora con costanza e la solita umiltà. Allo sbarco a Formello arrivava prima dei magazzinieri, aspettava da solo davanti ai cancelli. Allenamento e alle 8 già dormiva per ripresentarsi al campo il giorno dopo alle 9 di mattina. Carattere e testa, oggi può far festa. Anche se non è cambiato: al massimo un po' di musica per concentrarsi e una bella carbonara fuori dalla dieta. Niente baldoria in discoteca per chi vuole una carriera come un film (ama guardarli la sera) da cineteca. Thomas lo sapeva a 5 anni quale sarebbe stato il suo destino. Quello di un numero primo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero