Lazio, si è inceppata la macchina da gol: segnano in pochi e non sono punte

FOTO ROSI
L’appetito vien mangiando. E allora è inspiegabile perché la Lazio non abbia più la fame di un tempo. Perché, dopo le abbuffate con Spal e Chievo...

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L’appetito vien mangiando. E allora è inspiegabile perché la Lazio non abbia più la fame di un tempo. Perché, dopo le abbuffate con Spal e Chievo (10 reti) e il tris servito da Nani e Felipe con l’Udinese, tre reti nelle ultime quattro partite non sono certo uno score da secondo attacco del campionato in questo mese. Per di più il dato risalta in negativo quando hai in squadra il capocannoniere: Immobile non segna addirittura dalla Befana, quando con un poker si portò il pallone a casa. Alla ripresa era acciaccato e affaticato, ma da quanto è tornato ha macinato solo chilometri e zero reti. Adesso siamo a oltre un mese d’astinenza, è normale che nel taccuino si senta troppo la sua assenza. Per carità, come all’andata all’Olimpico, sarebbe ingeneroso contro il Napoli non calcolare il suo assist per de Vrij millimetrico. Ma adesso Ciro deve tornare a mirare e segnare. Lo stesso discorso vale per Luis Alberto, nelle ultime quattro gare con un piede traballante e incerto. La condizione dello spagnolo sembra in caduta libera, la genialità ovattata, la sua magia ingarbugliata. E’ possibile che la sua fantasia al potere sia già stata sgamata?

NUMERI
Adesso è il momento della verità, lì davanti non può essere già finita la benzina. Eppure i numeri del San Paolo lanciano un ulteriore allarme. Immobile, Luis Alberto (6 palloni persi su 34 giocati, quasi il 18%) e compagni muovono 19 azioni manovrate (11 dalla fascia sinistra), che producono appena sei conclusioni, di cui tre nello specchio. Inutile, ai fini delle occasioni (2 passaggi completati nell’area del Napoli su 7 totali), la prestazione super a centrocampo di Milinkovic con ben 84 tocchi e 42 passaggi completati. Cinque i dribbling, alcuni spettacolari, ma gli oltre 11 chilometri percorsi lo catapultano senza fiato di scorta sotto porta. Dunque è il momento di trovare delle alternative. Inzaghi non vuole cambiare mantra tattico perché in fondo dalla panchina non è che gli stiano facendo sorgere nessun dubbio amletico.
ALTERNATIVE

L’abbondanza dalla trequarti in avanti doveva essere il segreto per il successo continuo da qui a giugno, oggi sembra un’illusione in un pugno... Allo stomaco, vedendo entrare (male) Caicedo e Nani, ancora non al top della forma. Dal portoghese ci si aspettava di più con la sua carriera, invece una delle prime prestazioni convincenti a Benevento ora sembra una chimera. L’attaccante ecuadoregno invece è stato utile in Europa e in qualche sfida (si pensi alla Samp) in campionato, ma non è il bomber che sarebbe dovuto arrivare per puntare alla Champions dal mercato. Per di più il suo utilizzo, in assenza d’Immobile, al ritorno dall’infortunio – e dopo appena tre giorni d’allenamento - contro il Milan è all’origine del primo mal di pancia di Felipe. Degenerato poi col Genoa e la lite. Anderson al momento rimane fuori rosa, ma in queste condizioni sembra una punizione alla carlona. L’esempio ai compagni è stato dato, sbrigatevi a farci pace e a farlo tornare almeno col Verona.
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Il Messaggero