Niente fuorigioco, tutto regolare, è Milinkovic illegale. S'arrotola come un circense, spara come un cecchino, s'inventa una doppietta che merita solo un inchino....
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PER LA PRIMA VOLTA
Andata e ritorno, non si è minimamente affievolito il tocco del campione. Anzi, Milinkovic non solo raddoppia, ma triplica. Prima con un colpo da biliardo, poi con una semirovesciata che fa gettare la Nord dalla balconata. Sergej adesso non ci pensa più un attimo a calciare, ma sinora solo in trasferta era riuscito a segnare. Ecco dunque un altro traguardo, non c'era miglior modo per festeggiare. Il diciottesimo e il diciannovesimo gol insieme (più sedici assist) in quasi 7500 minuti giocati fra campionato e Coppe, in 100 presenze e due anni e mezzo di Lazio. Decisiva la sua rete a Verona il 27 agosto per portare a casa i primi tre punti della stagione, ancora più importante questa doppietta per mettere il turbo Champions. Prima d'uscire ecco pure un'ultima giocata, poco centimetri sotto l'incrocio e sarebbe stata ancora più aliena la sua giornata. E' un fenomeno obbligato a regalare bellezza, Milinkovic. E' segnato e segnerà il destino: «Spero che il 20 maggio saremo fra le prime quattro per andare in Champions». Un desiderio che il serbo coltivava già l'anno scorso, ma adesso Sergej tocca un pallone e avvera ogni sogno. Basti pensare alla Nazionale finalmente conquistata, alla Lazio totalmente innamorata. L'importante è che, dopo perle così, altrettanti tocchi meravigliosi e il mondiale in Russia, City, United, Juve, Barcellona e tutta l'Europa non riescano a cambiare i pensieri suoi e di Lotito. Con un gigante così tutto il popolo biancoceleste si sta aggrappando al cielo con un dito. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero